I FANTASMI DEL PASSATO CI PERSEGUITANO, DOVERLI AFFRONTARE POTREBBE FARCI SENTIRE COME I PROTAGONISTI DI UN HORROR CHE RIPERCORRONO LUNGHI CORRIDOI BUI, GRANDI STANZE IMPOLVERATE E PASSAGGI SEGRETI DIETRO I MURI.

1921 – Il mistero di Rookford è un film di Nick Murphy del 2011 con Rebecca Hall, Dominic West, Imelda Staunton, Lucy Cohu, John Shrapnel. 

Il film è ambientato in Gran Bretagna. È il 1921 e la protagonista, Florence Cathcart, è una donna cinica e razionale. Florence, infatti, dedica la sua vita a smascherare gli imbroglioni: falsi medium o chiunque altro affermi di riuscire a comunicare con l’Aldilà. Non esistono i fantasmi e non esiste il paranormale!

Un giorno viene contattata da un collegio disperso tra le campagne di Rookford, per un nuovo e misterioso caso legato allo spiritismo. Anche stavolta sarà in grado di scovare il colpevole, quello in carne ed ossa, ma a differenza di tutte le altre volte, si sentirà costretta a rimanere in quel posto a causa di strani eventi a cui non riesce a trovare spiegazione. 

Nonostante Florence dichiari a gran voce di non credere in alcun modo all’esistenza dei fantasmi, sembra evidente quanto sia grande la speranza di sbagliarsi e i suoi sentimenti contrastanti a riguardo. 

 Il suo soggiorno a Rookford si prolunga e continuano a verificarsi sempre più fenomeni a lei inspiegabili, così inizia ad indagare utilizzando tutta la sua speciale attrezzatura. 

Fa in modo che tutti gli alunni del collegio tornino nelle proprie famiglie in quanto ritenuto ormai un posto poco sicuro. 

Restano lì solo Florence, un insegnante della scuola, Robert, la governante Maud e un alunno, Tom, i cui genitori sono impossibilitati dal poterlo portar via. Sempre più convinta che un fantasma ci sia, Florence, inizia ad avere delle anomale visioni. Momenti davvero inquietanti e misteriosi generano tanta angoscia e confusione anche nello spettatore. Il collegio sperduto nelle campagne è il posto perfetto per far riemergere vecchi fantasmi. 

È a questo punto che Florence scopre l’impensabile. Lei in quel posto ci è già stata; scopre che prima di essere un collegio quella è stata un’abitazione. Qui si è consumata una tragedia sconvolgente e traumatica a cui lei ha assistito e che aveva completamente rimosso per tutto quel tempo. 

Florence è sempre andata a caccia di fantasmi ma probabilmente dare una lettura diversa e non letterale alla trama potrà aiutare. 

I fantasmi interni che tanto temiamo e allontaniamo dalla nostra coscienza, così come i mostri, le ombre, gli spiriti, possono rappresentare fantasmi del passato che ci turbano e ci ossessionano ma a cui al tempo stesso non prestiamo attenzione nel modo giusto, come nel caso di Florence che cerca di dimostrare che questi non esistano, utilizzando meccanismi di difesa legati all’ intellettualizzazione.

Lo sconosciuto, l’ignoto, l’inesplorato, tante volte rappresentano parti interne che ci appartengono ma che abbiamo paura di rievocare perché troppo dolorose. 

Verso la fine del film, nello stesso momento in cui Florence arriva a ricordare la sua storia, viene avvelenata… perché in fondo morire è l’unico modo di ricongiungersi con i propri fantasmi, con la parte di sé che l’ha “tenuta in scacco” fino a quel momento ma che al tempo stesso non vuole perdere. Florence tenterà di porre rimedio all’avvelenamento e di salvarsi grazie ad una pillola ma non sarà immediatamente chiaro se ci riuscirà o meno.

È importante riflettere sulla morte in quanto metafora, come una tappa da attraversare pienamente e totalmente affinché possa essere superata, giungendo ad una rinascita e ad una trasformazione. Pensate alla morte del bruco che si evolve in farfalla.

Questa stessa metafora si utilizza in psicoterapia. Il paziente deve scendere nei suoi antri oscuri, potrà sentirsi scosso o confuso, così come Florence all’interno di quell’enorme edificio. Potrà sentirsi terrorizzato di riesumare il male che aveva deciso di mettere sotto chiave. Aprire quelle porte impolverate gli permetterà di stabilire un intimo contatto con se stesso, forse come mai prima di quel momento, e di poter finalmente capire chi è davvero.

Florence si trova in una casa che simbolicamente rappresenta la nostra personalità e ci fa un vero e proprio viaggio, un viaggio simbolico nel suo mondo interno che le permetterà di ricordare e riscoprirsi. 

Il cinismo e l’estrema razionalità con cui spesso affrontiamo tanti aspetti della vita, l’ostinato scientismo per dare sempre un nome a tutto, potrebbero indicare un’intensa paura di prendere contatto con alcuni aspetti della propria psiche e l’impossibilità di riuscire a far fronte alle emozioni che potrebbero scaturirvi. Non tutti decidiamo o siamo in grado di combattere i fantasmi, di sentirci folli, di perdere il controllo per giungere ad una libertà.

Ma ricordate:

“Il buio più grande è quando non ci sforziamo di aprire gli occhi!”