A cielo abierto (Messico, Spagna, 2023). Regia: Mariana Arriaga, Santiago Arriaga. Interpreti principali: Theo Goldin, Federica Garcia, Maximo Hollander, Julio Cesar Cedillo, Sergio Mayer Mori, Julio Bracho, Cecilia Suarez, Manolo Cardona

Guillermo Arriaga aveva scritto le sceneggiature dei primi tre film di Alejandro González Iñárritu (Amores perros, 21 grammi e Babel), che lo avevano reso celebre e consentito da approdare a Hollywood, dove avrebbe proseguito una brillante carriera da regista. Poi il sodalizio artistico tra i due coetanei di Città del Messico si era bruscamente interrotto e ognuno aveva ripreso la propria strada: Iñárritu come regista e Arriaga come autore, salvo una breve parentesi come regista dello struggente The Burning Plain – Il confine della solitudine.
La sceneggiatura di A cielo abierto era rimasta in un cassetto per tanti anni, probabilmente dalla nascita dei suoi due figli Mariana e Santiago, oggi trentenni; ai quali l’ha consegnata per il loro film d’esordio.
In questa storia le tematiche care all’autore ci sono tutte: un evento improvviso che sconvolge le vite dei protagonisti, il desiderio di vendetta, il percorso verso la vita adulta, la vicenda che si sviluppa su diversi piani temporali. E il viaggio, metafora di ogni profondo cambiamento interiore.
Salvador è poco più che un bambino quando parte in auto con il padre per raggiungere uno zio e passare insieme qualche giorno a caccia nel nord del Messico. Ma una distrazione alla guida provoca un frontale con un TIR: il padre muore, l’autista del camion scappa e il piccolo, pur gravemente ferito, riesce a sopravvivere.
Due anni dopo la madre si è risposata. Salvador e Ferdinando, il fratello più grande, vivono con lei, il patrigno e Paula, la sorellastra, loro coetanea, divisa tra le accorate vicende di una telenovela televisiva e un amore poco convinto per il suo ragazzo. Quando i due adulti partono per un viaggio in Europa la rabbia repressa di Ferdinando trova uno sbocco nel progetto di prendere l’auto del patrigno e andare a nord, a cercare il camionista che ha provocato l’incidente in cui è morto il padre, e ucciderlo. Ai due fratelli si unisce Paula, incuriosita dall’idea del viaggio, e il suo ragazzo che però presto li abbandonerà.
Paula ha perso la madre quando era piccola e di lei non ricorda nulla, mentre Salvador ha in qualche modo cancellato dalla memoria il momento dell’incidente: sono come anestetizzati, incapaci di confrontarsi con la perdita più grande che hanno subito. Il senso che invece sceglie di dare Ferdinando è quello della giustizia: quella che la polizia, con indagini raffazzonate e poco convinte non ha voluto mai davvero perseguire. Ferdinando non ha paura, non pensa alle conseguenze di muoversi per centinaia di chilometri con una pistola nascosta nell’auto e pochi soldi, né si preoccupa della scarsità di indicazioni che ha per trovare l’omicida stradale. Lo guida una forza più grande di lui, solo attenuata dalla tensione erotica con cui Paula, con la sua femminilità innocente appena sbocciata, avvolge il viaggio che stanno compiendo. In particolare è Salvador a osservarla di nascosto quando si spoglia o esce dalla doccia, ne rimane turbato e non riesce a comprendere come questa dimensione di desiderio possa trovare spazio in un percorso di vendetta.

Il cielo sterminato e luminoso che ha accompagnato il prologo a due e il viaggio a tre sarà lo stesso anche per la terza parte del film, quando i ragazzi riusciranno davvero a trovare l’autista e a rapirlo con l’idea di ucciderlo. Sarà a quel punto del percorso che le tre anime di questo gruppo familiare si riveleranno, ciascuna toccando la propria zona più oscura, ciascuna facendo i conti con ciò che ha perso e con ciò che non è riuscita a fare quando avrebbe potuto fare qualcosa. Solamente lì, in una radura sperduta dove non passa nessuno, sotto una pioggia battente, riusciranno ad affrontare ciascuno il proprio dolore.

Presentato a Venezia nella sezione Orizzonti, il film racconta un percorso di crescita attraverso il confronto tra tre esseri umani ingabbiati nelle loro fragilità. Sarà Paula, fino a quel momento considerata poco più che un’adolescente capricciosa, a prendere in mano la situazione e indicare la via per chiudere definitivamente questa storia. Splendido esordio di Mariana e Santiago Arriaga, dalla direzione attori alle svolte drammaturgiche date alla vicenda. Anche la terza parte, che potrebbe apparire dilatata, proprio con la sua lentezza racconta molto bene il senso del dilemma, dell’incapacità di scegliere cosa fare quando l’oggetto della propria rabbia è davanti a sé, disarmato e impotente. Quando una semplice scelta può decidere il destino di quattro persone e segnarle per sempre o, viceversa, sciogliere il nodo che le ha tenute lontane dalla vita.
iscriviti alla newsletter di cinema e psicologia!
PILLOLA AZZURRA NIENTE NEWSLETTER. PILLOLA ROSSA: VEDRAI QUANTO È PROFONDO IL SITO DI CINEMA E PSICOLOGIA
Riceverai direttamente al tuo indirizzo e-mail:
• Le liste dei film suddivisi per tematiche psicologiche
• Psico-Recensioni di film in uscita
• I prossimi eventi di cinema e psicologia
Grazie per la tua sottoscrizione!