“La verità è che non mi va di prendere un aereo”.
Così esordisce quella straordinaria donna di Lina Wertmuller in una delle ultime interviste rilasciate nel 2019, dopo l’annuncio del premio Oscar onorario. Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich. Cognome per esteso, che probabilmente fece da apripista per tutti i titoli del suoi film che non stavano mai in una riga!
Una frase che da sola potrebbe descrivere tutta la sua vita. Si, perché la Wertmuller ha deciso che non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno ma che soprattutto, non avrebbe risposto ad alcun canone imposto dall’esterno.
Il nostro arrivederci oggi vorrebbe ricordare proprio questo, una donna che ha combattuto una vita per quello in cui credeva. E non si tratta di un concetto che va inflazionato quanto piuttosto di riconoscere a sé stessi un’attitudine: quella di non arrendersi, quella di sentire così tanto di essere nati per qualcosa da non poter ignorare quella voce, non importa quanti ostacoli la vita e la società impongano dinnanzi. Il coraggio di una donna che ha aperto un varco all’universo femminile nel mondo del cinema, nel bel mezzo di un’Italia che si stava evolvendo, trasformando, cambiando.
Ecco l’incredibile capacità di quello che troppo spesso oggi sentiamo etichettare come “Che visionario”! La Wertmuller è sicuramente stata una visionaria, ma quel che l’ha resa tale sono state la sua forza di volontà, la sua motivazione, il suo spirito di adattamento ad una società che stava cambiando e invece di frenare questo cambiamento, la Wertmuller ci si è buttata di testa, vedendo nell’evoluzione della società un’oppotunità: quella di far valere la sua voce, di farsi sentire, di farsi vedere. Ha scelto di vivere la sua vita come meglio credeva ed è stato anche questo a consacrarla alla storia. Ed è forse uno dei doni (insieme ai suoi capolavori), che lascia a noi tutti e soprattutto alle nuove generazioni. Mai come oggi c’è bisogno di alimentare questa parte visionaria , mai come oggi c’è bisogno di infondere fiducia nelle proprie capacità. Senza “raccontarsela”, come insegna la regista. Avere fiducia nelle proprie capacità non significa che non si fallirà mai, al contrario, il fallimento diventa nutrimento per il motore che spinge verso l’obiettivo. Perché da esso si impara, ma da esso non si dipende.
La Wertmuller ha dedicato la sua intera esistenza al grande cinema e al teatro. Donna in mezzo ad un mondo di uomini. In un momento storico forse ancora più “maledetto” del nostro, in cui la “parte” della donna nel cinema era costretta ad uno spazio invisibile, se non per le grandi attrici comunque guidate a parer maschile.
La Settima Arte oggi resta orfana di una delle sue madrine d’eccellenza.
Ma cosa vuol dire essere donna in un mondo maschile?
Significa spingersi laddove molti avevano paura di osare. Significa dissacrare concetti e situazioni a cui molti altri registi e colleghi maschi si avvicinavano ancora con finto pudore, perbenismo e troppa prudenza. Significa palesare senza paura. Significa portare Anima, certo. Ma significa anche riconoscere l’Animus che alberga in noi e concedergli il giusto spazio.
La Wertmuller ha saputo farlo ed infatti è stata odiata e adorata contemporaneamente. Si, perché dietro quel sorrriso c’era tutta la forza di una donna che sapeva quello che valeva e dove voleva arrivare. Urlava e mordeva quando c’era bisogno di farlo. Ricordiamo che ha ridotto a brandelli il vestito di Monica Vitti perché si rifiutava di mettere la tuta come tutti gli altri sul set! O il morso al dito di Luciano De Crescenzo perché gesticolava troppo! Il punto è che non ha avuto paura di imporsi quando sentiva che fosse il caso di farlo e questo è chiaramente quanto di più lontano ci sia dal modo di agire di molti di noi. In un momento storico in cui tutto è apparire, come si può pensare di “sgranare” l’immagine che tanto ci affanniamo per catturare?
Ecco, forse è proprio quell’immagine sgranata che farebbe di noi dei visionari della nostra vita. Che ci permetterebbe di raggiugere il nostro obiettivo, o almeno di averne uno. Forse distogliere l’attenzione, anche solo per un attimo, da quell’immagine che vogliamo dare al mondo e riportarla a quella che vorremmo vedere riflessa nello specchio ci darebbe forza, coraggio e volontà per segnare anche noi, almeno in parte, il nostro destino. E così forse, ci sentiremmo anche tutti meno orfani, meno eremiti, meno naufraghi.
“La gioia non è qualcosa che si può cercare o emulare. E’uno stato d’animo assoluto che non si può scegliere di vivere. Si deve vivere e basta”.
Lina Wertmuller
iscriviti alla newsletter di cinema e psicologia!
PILLOLA AZZURRA NIENTE NEWSLETTER. PILLOLA ROSSA: VEDRAI QUANTO È PROFONDO IL SITO DI CINEMA E PSICOLOGIA
Riceverai direttamente al tuo indirizzo e-mail:
• Le liste dei film suddivisi per tematiche psicologiche
• Psico-Recensioni di film in uscita
• I prossimi eventi di cinema e psicologia
Grazie per la tua sottoscrizione!