Bones and All, l’ultimo film di Luca Guadagnino presentato in concorso a Venezia’79
Racconta la storia di Lee e Maren, due giovani accomunati da una particolare “diversità”: sono entrambi cannibali. Non siamo però davanti a un film horror, ma ad una storia che riesce a parlare di temi universali e profondamente legati all’essere umani.
Lee e Maren si incontrano, si riconoscono ed iniziano un lungo viaggio alla ricerca di un posto in cui poter essere sé stessi; un percorso di consapevolezza e di passaggio alla difficile ricerca della propria identità, in cui imparano a scoprire l’esperienza tenera e dolorosa dell’amore.
Guadagnino ci racconta le pulsioni profonde che appartengono ad ognuno di noi, quelle parti “al limite”, che se non riconosciute e integrate possono essere pericolose e mortifere per noi stessi e per gli altri, e Lee e Marenci fanno sentire la paura che abbiamo davanti a queste parti che non riusciamo a comprendere.
Il film ci parla anche dell’importanza e della necessità dello sguardo dell’altro, che aiuta a definire chi siamo, rompe la trappola dell’impossibilità di incontrarsi e a costruire un incontro, una relazione, un legame.
Bones and All ci parla anche della vergogna, di confini e distanze, fisiche ed emotive, della possibilità di conoscersi e di svelarsi; tematiche attualissime, in cui tutti possiamo ritrovarci pensando al periodo della pandemia , in cui abbiamo sperimentato il valore prezioso del contatto con l’altro.
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