LA PERDITA DELLA COMPAGNA DI UNA VITA.

In questo cortometraggio viene raccontato come la perdita della moglie, da parte di un anziano signore, lo porta a far morire anche la sua parte creativa appassionata di pittura.

Un pennello, l’occhio di un uomo ed una donna seduta con la schiena appoggiata ad un albero. Poi buio ed un segnale acustico, che sembra quello di un allarme. L’uomo si sveglia e lo spazio del letto di fianco a lui è vuoto. Questo è l’inizio della storia.

LA STORIA PRESENTATA

La routine dell’anziano protagonista si divide tra momenti di solitudine in casa e le visite della nipote.

La nipote dimostra il suo affetto attraverso disegni per il nonno, mentre il nonno ormai non riesce più a relazionarsi con il cavalletto. Sua moglie è morta, non ha più la voglia di dipingere ed anzi butta a terra il cavalletto.

In una delle visite, mentre la nipote sta disegnando, le cade un pastello. Mentre lo cerca scopre alla fine di uno spazio buio, una porta.

Entrando trova il laboratorio di pittura del nonno: sul cavalletto vi è un quadro, che rappresenta una donna seduta con la schiena appoggiata ad un albero…ma il quadro non sembra finito.

Arriva il nonno, è arrabbiato di questa intrusione della nipote che ha in mano il dipinto e glielo strappa di mano.

Immagine del cortometraggio Canvas

Un flashback ci porta a vedere lui e la moglie che stanno ballando, e così all’improvviso avverrà il cambiamento e la nuova rinascita creativa dell’anziano.

LA PERDITA DEL CONIUGE

Il lutto è un processo di adattamento alla perdita di qualcuno importante e significativo. Perdendo l’altro si perde anche una parte di sé, che deve essere recuperata.

Dopo anni di matrimonio, è difficile andare avanti da soli: la casa diventa grande e silenziosa, il letto vuoto e nessuno con cui parlare.

Questo cortometraggio mostra la perdita ma anche la lenta rinascita, che arriva quasi in modo casuale grazie al ritrovamento del quadro del nonno. Quando siamo presi dal dolore, abbiamo la tendenza ad evitare anche i ricordi belli e gioiosi: fanno troppo male. Grazie all’innocenza della nipote, l’anziano potrà accedere nuovamente ai suoi ricordi ed alla sua creatività, ritrovando la parte di sè perduta.

Un grande messaggio di serenità e di speranza, anche nella perdita.

COME AFFRONTARLA?

Non ci sono regole su come deve essere un lutto. Ci si può sentire in colpa per essere vivo oppure arrabbiato per essere rimasto solo. Tutto va bene.

Un anziano rimasto solo può sentirsi molto più fragile o isolato, e può emergere anche grande paura.

Una ricerca pubblicata su Immunity and Ageing mostra come l’interazione tra dolore e ormoni dello stress sul sistema immunitario potrebbe spiegare la morte a breve distanza dal partner che rimane da solo.

E’ normale nei primi tempi del lutto non aver più voglia di vivere, non riuscire a svolgere le attività quotidiane, sentirsi depressi e può capitare di pensare al suicidio.

Se questi vissuti dovessero durare a lungo nel tempo impedendo l’attività quotidiana, può essere importante rivolgersi ad uno psicologo.

Nel ciclo normale dell’elaborazione del lutto, con il tempo la vita riuscirà ad essere tollerabile ed anche godibile, anche se diversa da prima.