En los màrgenes (Spagna, UK, 2022). Regia: Juan Diego Botto. Interpreti principali: Penélope Cruz, Luis Tosar, Christian Checa, Adelfa Calvo, Juan Diego Botto, Aixa Villagràn, Font Garcìa, Maria Isabel Diaz

Il film racchiude nello spazio di 24 ore, da un’alba a quella successiva, le vicende di persone ai margini, che ci hanno provato ma non ce l’hanno fatta: a evitare lo sfratto, a mantenere unita la famiglia, ad avviare un’iniziativa commerciale, a farsi bastare piccoli lavori sottopagati per vivere dignitosamente. In questa unità di tempo, ai margini della grande città, queste persone si danno da fare per regalare a sé e ai propri cari una dignitosa fetta di futuro.

Il racconto si apre su una pattuglia della polizia che bussa a casa di una donna immigrata, trovando però solamente la figlia piccola, abituata a rimanere da sola, e che preparandosi la colazione si è tagliata con il coltello. Senza pensarci due volte, le forze dell’ordine prelevano la bambina per affidarla a una struttura protetta. In quel mentre arriva Rafael, avvocato di una ONG che si occupa di tutelare le persone sottoposte a sfratto esecutivo, per portare a casa della donna una bombola di gas, dal momento che le avevano tagliato la fornitura. Tentando di inseguire la polizia per recuperare la bambina, Rafael fa tardi nell’accompagnare il figlio della compagna alla partenza per la gita scolastica, e i due saranno costretti a stare insieme tutto il giorno.

Durante la giornata si incrociano altre storie: quella di Azucena, una cassiera di supermercato che non riesce a pagare il mutuo e che si prepara ad essere sfrattata la mattina successiva; di un quarantenne che svolge lavori sottopagati dopo aver perso tutti i risparmi della madre con una scommessa imprenditoriale fallita, e che non risponde alle continue chiamate di lei; e di Rafael e della sua compagna, che lo aspetta nel tardo pomeriggio in ospedale per sostenerla durante un’amniocentesi. A quell’appuntamento Rafa non riuscirà ad arrivare, passando tutta la giornata a rimbalzare tra sportelli bancari, uffici pubblici, servizi sociali, tutti luoghi in cui gli operatori non possono dargli una mano perché “non è mia competenza”. Adempiendo correttamente al piccolo tratto del proprio iter procedurale, assolvono il dovere ma perdono di vista l’insieme, che è invece ben chiaro agli occhi di Rafa; così chiaro da costringerlo a trascurare la sua relazione di coppia, e a non ricordare nemmeno la data di compleanno del figliastro.

Con uno spostamento continuo da una parte all’altra della città, collezionando multe per divieto di sosta, l’avvocato delle cause perse tenta di trovare la giovane madre immigrata ed accompagnarla a prendere la figlia entro la mezzanotte, così da evitare che le venga sottratta dai servizi sociali. Mentre il figlio della compagna, che suo malgrado è costretto a seguire il patrigno lungo le sue peregrinazioni, capirà perché l’uomo è così assente nei confronti della propria famiglia.

La prima impressione sulla pellicola richiama le storie di Ken Loach: impegno sociale e pietas verso gli ultimi, stritolati da un meccanismo capitalistico che sembra impossibile da fermare, così come sembra impossibile che la ONG per cui lavora Rafael possa fermare gli sfratti. Ma la solidità narrativa del cineasta inglese è un traguardo ancora lontano: le storie che questo film intreccia sono approfondite in modi diversi, si sfiorano senza toccarsi, alcune svaniscono nel nulla mentre altre risultano insistite o didascaliche.

La riflessione che sorge lungo la strada percorsa dall’avvocato, filo rosso tra le storie e quindi protagonista del film, è relativa al tema dell’impegno sociale: vale la pena darsi da fare per combattere le ingiustizie, con armi spuntate e pochi strumenti, quando la maggior parte delle persone si volta dalla parte opposta? Ha senso impegnarsi così tanto per ottenere, se va bene, un successo ogni dieci sconfitte? Con una fatica, tra l’altro, che costringe a trascurare gli affetti più cari, anche una figlia in arrivo, spingendo chi ci ama a pensare che no, forse il nostro non è vero amore. Allora esiste una gerarchia di valori alla quale adeguare il nostro impegno? Potrebbe essere temperato, e non totalizzante, in modo da salvare la propria vita privata e al contempo assolvere al meglio il compito di aiutare i più sfortunati?

Sono domande che rimangono senza risposta, così come non sappiamo quale esito avrà questo segmento di vita per alcuni dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere: se la ONG riuscirà a impedire lo sfratto con la sola forza dei propri slogan contro le autoblindo della polizia; o se Rafa. cacciato di casa dalla compagna, saprà riconquistarne la fiducia. La crisi economica ha fatto aumentare vertiginosamente i profitti delle grandi compagnie, ed aumentare gli sfratti, che in Spagna – ci avverte una didascalia sui titoli di coda – raggiungono ormai i 41.000 l’anno. Questo film accende un riflettore su queste vicende, e sulle ferite che l’attuale sistema economico riserva ai più fragili.