Commedia scoppiettante quella di Milani, che racconta i contrasti tra la Roma bene e la sua periferia.
I personaggi film sembrano delle caricature, che impersonificano i loro mondi e i loro confini, proprio come quello che esiste tra Roma centro e Bastogi, quartieri divisi da un muro invisibile, fatto di pregiudizi, falsi miti, riluttanza, eppure i due protagonisti della commedia ben presto, si renderanno conto, che quando avviene uno scontro-incontro intimo tra realtà diverse, non si resta mai entità scisse ma ci si mischia dando vita a qualcosa di più bello e complesso, capace solo di arricchire il singolo.
Un film che viaggia su due binari, il mondo grigio di Giovanni, uomo d’affari che lavora per risanare i quartieri di Roma, fatto di doveri e di finti amici e il mondo colorato a neon di Monica, una donna che cresce il figlio lavorando in uno ospizio per anziani.
Un film che come tema ha quello della vicinanza come intimità, soltanto entrando nel mondo di Monica, Giovanni ritroverà la sua parte istintuale e giovanile, si accorgerà della bontà di quella gente tanto distante da lui ed imparerà ad apprezzarne i pregi e i limiti, fino a combattere con passione per i loro diritti, lo stesso accadrà alla donna, che per la prima volta si sentirà trattata con garbo, con moderazione, riuscendo a capire quanto le piccole cose siano le più importanti, e che a volte dietro a tanto clamore non c’è sostanza, abituata alle maniere forti, e a considerarsi una perdente Monica imparerà ad apprezzarsi e superare le sue paure.
Il destino, poterà i due a battersi contro la prima cotta dei figli, infatti, Agnese figlia di Giovanni e Alessio di Monica, si sono innamorati e li porteranno trascorrere gran parte delle loro giornate insieme, entrando in quel lato di mondo a loro prima sconosciuto.
Nel film c’è un altro tema molto importante, quello che parla del rapporto dei genitori con figli adolescenti, un tema che almeno nel film (ma non solo) mette sia classe borghese che classe operaia in serie difficoltà.
Inizialmente, i genitori metteranno in atto un vero e proprio sabotaggio del rapporto dei giovani innamorati, con pedinamenti, scontri, ripicche e bugie, tutto pur di allontanarli ed allontanarsi da ciò che è tanto sconosciuto e quindi spaventoso a loro, a tratti infatti i protagonisti sembrano non riconoscere i propri figli, tanto distanti dal quella immagine che gli avevano affibbiato.
Per questo i genitori del film commetteranno molti errori nel rapportarsi con i propri figli, mantenendo un atteggiamento di chiusura verso il loro mondo, ed ignorando la loro spinta all’indipendenza, non solo fisica ma anche mentale, che li spingerà ad allontanarsi dalla loro “normale” quotidianità e guardarsi entrambi come alieni provenienti da un altro pianeta.
Fortunatamente, Giovanni e Monica, presto si renderanno conto quanto sia importante lasciare i figli liberi di crescere in maniere autonoma, e di sostenerli nel ricercare e sperimentare quello che è il proprio se e il proprio modo di vedere il mondo.
Nella fase dell’adolescenza infatti si scalpita per uscire da quel modello familiare che diventa troppo stretto per chi sperimenta, vive nuovi modi di leggere la vita e ricerca spasmodicamente il proprio angolo nel mondo e il modo di dare un senso alla propria esistenza.
Allontanarsi, almeno momentaneamente dai quel modelli imposti, aiuta a ricercare se stessi, sentirsi liberi di vivere senza paura, rimorsi, sensi di colpa.
Alla fine i due genitori decideranno per amor dei propri figli, di aiutarli nel coltivare il loro rapporto, perché in fondo cosa c’è di più importante del bene dei propri figli?
Ma gli adolescenti, sono in continua protesta, hanno bisogno di svincolarsi dai genitori, iniziare un viaggio ignoto, che li conduce lontano dai schemi conosciuti, verso la conoscenza di se stessi e verso ciò che vorranno diventare, per poi riavvicinarsi ai propri valori con maggiore consapevolezza e libero arbitrio nel farli propri; alla fine del film, i ragazzi riusciranno a trovare la loro dimensione da soli, chissà se ci riusciranno i loro genitori.
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