Gli amori di Anaïs (Titolo Originale “Les amours d’Anaïs”, Francia, 2021). Regia e sceneggiatura: Charline Bourgeois-Tacquet. Interpreti principali: Anaïs Demoustier, Valeria Bruni Tedeschi, Denis Podalydes, Anne Canovas, Bruno Todeschini

“Ho paura dell’infelicità e questo mi rende egoista.
Perdonami. Mi proteggo come posso”.

Magra, con un naso affilato e labbra sottili, Anaïs vive le sue giornate e le sue relazioni con energia e confusione. Quando la padrona di casa le piomba nell’appartamento per montare l’allarme antincendio e reclamare due mesi di affitto arretrato, lei replica facendole domande sui suoi amori e raccontandole la fine del proprio. Non scappa dall’impegno economico, piuttosto da un dialogo che contempli un minimo ascolto dell’altro. Ma chi si innamora di lei le perdona tutto: la sua vitalità casinista, ancor prima della sua bellezza delicata e particolare, è in grado di stregare chi la avvicina: siano coetanei o persone mature che vogliono tornare ad esplorare i propri sentimenti prima che sia troppo tardi.

Anaïs non prende metro e ascensori, il suo timore di restare rinchiusa la spinge a una corsa continua che non riesce a fermare mai, e che non favorisce progetti o impegni. Ha consegnato solo metà della tesi rimandando ad altra data la sua conclusione. Il relatore le offre un lavoretto durante un convegno, ma lei scappa a un simposio di scrittori. Affronta un’interruzione di gravidanza senza un solo attimo di sperdimento, come un punto nero di cui liberarsi per via ambulatoriale. Solo sua madre, che ha appena ricevuto la notizia di una recidiva dopo sette anni, riesce a scuoterla per un attimo da questo perenne suo incespicare. La fuga di Anaïs da se stessa continua anche con Daniel, uomo maturo ed editore incontrato casualmente a una festa, al quale chiede un impegno ignorando che lui ha una compagna da cui non intende separarsi.

Lo scopre quando, dopo aver subaffittato il suo appartamento, gli arriva in casa a tarda sera senza preavviso: girando per le stanze dell’uomo, osservando le tracce della sua compagna, inizia a percepire la precarietà del proprio gioco.

Ed è proprio Émilie, la donna di Daniel, che Anaïs incontra per le strade di Parigi, e con una sfrontatezza priva di riguardi inizia a corteggiare. Una ha 30 anni e una strada ancora da trovare. L’altra quasi il doppio, e seguendo la sua passione ha trovato un senso profondo al proprio percorso. Per presentare il suo libro durante il simposio Émilie sceglie un film che la rappresenti: La sera della prima, di John Cassavetes. E il gioco di rimandi si fa ancora più ellittico: nel film la protagonista Myrtle è un’affermata attrice di teatro la cui vita è sconvolta da Nancy, una sua giovanissima ammiratrice. Nella realtà Émilie chiede più volte alla protagonista cosa voglia da lei, dove intenda arrivare, ma questo non basta a guidare le sue emozioni su un territorio sicuro. Quando si troveranno sole su una spiaggia la passione a lungo accarezzata tra frasi sussurrate e ricordi d’infanzia, travolgerà entrambe.

L’estate sarà la quinta del loro desiderio, ma le vedrà lontane perché Émilie deve consegnare entro l’autunno il romanzo al proprio editore.

L’amore per la letteratura era nato al liceo, quando la sua insegnante le aveva prestato un romanzo di Marguerite Duras, un’edizione numerata che aveva tenuto per sé, sottolineandola e leggendola infinite volte, finché non l’aveva smarrita proprio nei giorni passati con Anaïs. Al rientro a Parigi le due donne si incontrano. La più giovane desidera qualcosa di più profondo di un amore estivo e dicendole questo le restituisce il libro smarrito, dimostrando così per la prima volta di saper rinunciare a qualcosa per un’altra persona. La più adulta però spiega che il suo tempo è passato, e non sarebbe possibile vivere insieme quella storia che entrambe hanno accarezzato durante l’estate. Lo fa con parole sincere, profonde, con l’intensità dei sentimenti che forse solo il cinema francese sa raccontare.

Ad Anaïs, rifiutata un’altra volta, non resta che tornare se stessa e chiederle di ripensarci. La storia si chiude così, con una sospensione che è insieme ripensamento e ritorno in una patria scomoda e mai cresciuta, dove gli amori non sfioriscono, impegnati come sono in una rinascita continua.