Io qui dentro faccio quello che voglio
Il Re è un prison drama televisivo articolato in 8 episodi diretto da Giuseppe Gagliardi disponibile su Sky Atlantic che vede tra i protagonisti Luca Zingaretti, Isabella Ragonese e Barbora Bobulova.
Il Re è una serie invitante, intrigante e stimolante, che sfruttando un’atmosfera claustrofobica, quella tipica di un carcere, propone uno scenario di personaggi complessi alla ricerca di una loro verità, che non sempre coincide con un codice morale.
Bruno Testori: uomo, sovrano assoluto di un carcere di frontiera dove esercita la sua idea personale di giustizia che si pone al di sopra della legge dei tribunali, spietato e misericordioso allo stesso tempo, pronto ad inseguire i principi della propria distorta e oscura morale, è il re indiscusso del carcere di San Michele. Il carcere di San Michele come luogo di coercizione in cui non vige la legge dello Stato, ma quella del suo sovrano incontrastato attraverso un sistema di connivenze e scambi di favori. È lui che indirizza ogni azione interna alle mura del carcere, imponendo la sua schiacciante autorità attraverso il timore, aiutato dai suoi agenti fidatissimi, i pretoriani.
Per lui dietro ogni detenuto c’è una storia specifica, una vita deragliata. Il direttore del carcere, ha un proprio codice morale che segue e persegue per ottenere i propri scopi: è pronto a esercitare il male pur di ottenere il bene.
Un magnifico Zingaretti nei panni di Testori appare sin dai primi episodi un uomo perseguitato e costretto a convivere con le proprie ossessioni, per cercare di apparire umano senza sprofondare nell’oscurità che lo attanaglia. All’interno del carcere è il re ma fuori è disarmato e fragile.
È un personaggio accattivante, che ben catalizza l’attenzione dello spettatore per la complessità che lo contraddistingue. Bruno Testori è psicologicamente debole:in seguito al divorzio con la moglie Gloria e il passato doloroso legato alla malattia della figlia Adele, si dedica ad atti illeciti all’interno del carcere insieme ad alcuni detenuti. Questa finzione inizia a vacillare quando un
duplice omicidio interessa lo spazio sospeso tra la legge del carcere e quella dello Stato. L’omicidio prima del comandante e migliore amico di Bruno, Nicola Iaccarino, poi quello della spia interna Miroslav Lackovic. Le sue azioni sono il riflesso del suo passato enigmatico che verrà svelato episodio dopo episodio, imponendosi come figura fortemente edonistica ed egocentrata che giustifica il suo ideale di giustizia terrena e che lo eleva a rappresentante di una coerente moralità.
“Io qui dentro faccio quello che voglio”,”mandateli a me” sono tra i dictat di Testori rimettendo in riga i detenuti che creavano «rogne».
I metodi, come si vede in maniera esplicita, sono tutt’altro che ortodossi e i servizi indagano per cercare del marcio. E’ proprio quando il suo regno rischia di crollare, minacciato da un pericolo imminente, che Bruno si troverà a combattere la guerra più difficile.
Ad un certo punto la situazione inizia a sfuggire di mano e lui sbotta dicendo: “Abbiamo perso il controllo di casa nostra. Riprendiamocelo.”

Altra figura femminile di fondamentale importanza che può sembrare essere l’anello debole è Sonia Massini, unica donna del corpo di polizia, precisa, rigorosamente irreprensibile, madre single di un figlio adolescente che ha sempre mostrato criticità verso i metodi di Bruno a che ha dovuto anche riconoscerne l’efficacia. Perciò appare continuamente combattuta tra il bene e il male, tra giustizia e omertà, mentre afferma che il suo è un lavoro complesso, anzi “difficile farlo bene senza sporcarsi. Il male è contagioso”, Sonia sembra comunque avere una visione piuttosto lucida della situazione.

A fare da contraltare alla figura di Testori c’è senza dubbio Laura, il pm, che indaga sull’omicidio che apre il primo episodio. E’ proprio nel corso di soli due episodi che la donna si configura come la controparte perfetta di Testori, una donna arguta e determinata capace di tenergli testa perseguendo la sua maggiore ossessione: la giustizia, che ha plasmato ogni aspetto della sua
esistenza, tanto pubblica quanto privata.
In seguito al duplice omicidio al San Michele, tesse una ragnatela di sospetti intorno a Bruno, ai suoi metodi e alle sue colpe. Intenzionata a scoprire la verità, fa di tutto per incastrarlo, arrivando a maturare nei suoi confronti una vera e propria fissazione.
Tutti questi temi si aggiungono ad altri che sono legati alla quotidianità dell’ambiente carcerario, senza mai apparire pesanti o troppo scontati. Gli otto episodi si articolano in maniera fluida e alla fine di ciascun episodio si ha la voglia di scoprire cosa accadrà in quello successivo.
Il finale è tutto ciò che non ti aspetti, durante il dramma si è così tanto avvinti dalla storia che quasi possiamo esserne dispiaciuti. Non importa da quale parte si sta in questa storia perché l’unica cosa importante è che ogni regno ha il suo re.
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