La seconda settimana si apre con Giovanni alle prese con il water dello studio intasato. Immagino che la scena sia stata pensata simbolicamente per descrivere lo stato d’animo nel quale egli è immerso. La mente di Giovanni è piena, non sembra più disposta ad accogliere qualcosa.
Questo è un bel guaio per uno psicoterapeuta che lavora proprio sulla sua capacità di ascolto e contenimento delle sofferenze dei pazienti. Un guasto al water serve anche per delineare la distanza tra dentro e fuori, ma di questo parleremo tra un po’…
L’inizio della seduta con Sara è, personalmente, terribile: si danno ormai del tu come se fosse una scelta consolidata e pensata. Vi è un clima di ostilità (direi comprensibile) della paziente e un atteggiamento di falsa accoglienza da parte del terapeuta. Il dialogo è a dir poco “smielato”. Viene rappresentato il classico dialogo tra innamorati delusi.
Il tentativo che fa Giovanni è abbastanza chiaro: vuole portare il dialogo ad un livello simbolico, livello nel quale l’espressione dell’amore di Sara può essere collegata ad un suo tentativo di rifuggire dai problemi, partendo dal presupposto che lei oramai è convinta che il suo unico problema è l’amore non corrisposto con il suo psicoterapeuta.
Da un punto di vista diagnostico Sara potrebbe far pensare ad una Organizzazione di Personalità Borderline, con alcuni sintomi egosintonici, funzionali. Il suo funzionamento mentale è caratterizzato dal fatto che oscilla in modo assoluto tra sentimenti opposti: estrema tristezza e disperazione e dopo poco felicità assoluta. Il suo comportamento segue lo stesso percorso: una settimana prima pensa di lasciare il fidanzato e una settimana dopo ha deciso di sposarlo, ecc. Lo psicoterapeuta cerca, utilizzando la metafora della “malattia da decompressione” durante le immersioni subacque, di farle capire questo suo modo di funzionare. La avverte della pericolosità psichica di oscillare tra due posizioni così distanti tra di loro. Così come risalire velocemente dalle profondità del mare alla superficie calma e piatta.
A questo punto lo psicoterapeuta riprende un vecchio racconto della paziente legato ad un periodo molto doloroso: l’estate in cui è andata in vacanza in Sicilia, dopo la morte della madre, da una cugina dei genitori. Il padre la chiamava tutti i giorni raccontandole di quanto stava male, della sua profonda depressione. E Sara, durante l’estate, si era innamorata del marito della cugina, Davide, un uomo atletico, giovanile, pieno di energia; il contrario del padre depresso.
Il terapeuta riprende questo ricordo di Sara per dirle che anche adesso sta facendo la stessa cosa: ovvero cercare di fuggire dal dolore di sentimenti forti legandosi ad un uomo adulto, molto diverso dal proprio fidanzato.
Ma anche questa interpretazione non produce effetti su Sara. A mio avviso per due motivi: il primo che il terapeuta non coglie l’altro sentimento legato al ricordo della sua vacanza in Sicilia, ovvero quello di innamorarsi di un uomo per spostare il suo vero sentimento: l’amore e il senso di frustrazione per non essere in grado di guarire la ferita del padre e il senso di colpa per aver pensato di sostituirsi alla madre morta. Così come vuole guarire la ferita che lei coglie nel terapeuta, cercando di sostituirsi alla moglie incapace (a suo avviso) di amarlo. (Questa è quella che si direbbe una interpretazione psicoanalitica piuttosto classica). Attendo altri suggerimenti attraverso i vostri commenti, ma proseguiamo…
Il secondo motivo per cui non funziona il collegamento che Giovanni fa con quel ricordo è che mentre con le parole le dice delle cose, con tutto il corpo, con il non verbale potremmo dire, afferma esattamente l’opposto. Da ragione alla paziente quando lei dice che lui è spento, senza stimoli nella sua vita privata. Ad un certo punto Sara gli chiede di andare in bagno, Giovanni si ricorda che il water è rotto e quindi le dice che non può! Lei, provocatoriamente, cerca di andare nel bagno di casa, quello privato. Lui non vuole e così lei ha la possibilità di fare una scena di gelosia nei confronti della moglie, gelosia che poi si trasforma in confronto/provocazione anche sessuale. Giovanni a questo punto è esausto, le dice di chiudere 10 minuti prima la seduta, ha chiuso, intasato, non è più in grado di sostenere la paziente. E quando le cose stanno così allora si perde la capacità analitica e si fanno grossi disastri. Infatti nel finale Sara lo mette ancora una volta alla prova, le chiede un’ultima cosa: se lui è innamorato di lei oppure no. A questo punto uno psicoterapeuta avrebbe chiuso la seduta, visto che sono ormai in piedi, e rimandato alla prossima settimana il discorso. Giovanni invece risponde di no! E così conferma, ancora una volta, il sentimento della paziente di essere trattata “come una ragazzina di 15 anni presa non troppo sul serio”, le sta dicendo che vorrebbe essere capita, non rifiutata…
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