Into the Wild – Nelle terre selvagge (titolo originale Into the Wild, USA, 2007). Regia: Sean Penn. Interpreti principali: Emile Hirsch, William Hurt, Marcia Gay Harden, Jena Malone, Hal Holbrook, Catherine Keener, Brian H. Dierker, Kristen Stewart, Vince Vaughn
Compagno di scuola, compagno di niente
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente
ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?
Antonelli Venditti, Lilly, 1973
Appena laureato, Bejamin Braddock si prese un’estate intera per capire quale fosse la sua strada. Tra una corsa in auto e un bagno in piscina, l’aver smesso di essere studente senza aver ancora trovato un’identità professionale lo faceva girare a vuoto. Mentre il signor Robinson gli suggeriva che il futuro è nella plastica, la signora Robinson si scrollava di dosso la noia del matrimonio portando Benjamin in una camera d’albergo. Benjamin non aveva idee, nemmeno vaghe, di socialismo o grandi imprese, e si lasciava andare a ciò che gli accadeva, senza cercarlo e senza sfuggirlo.
Appena laureato, Christopher Mc Candless sa già cosa vuole fare. Così, dopo il diploma, non perde tempo perché fin da piccolo aveva già sperimentato l’idea di andare lontano: prima fino alla casa di un vicino, poi in un altro Stato, poi ancora più in là. Dopo aver donato in beneficienza il denaro destinato alla prosecuzione dei suoi studi, accompagnato dai testi di Thoreau e Jack London, parte per scoprire gli States fino a quando il viaggio lo porta a sconfinare in Messico.
Lungo la strada -a piedi, in kayak, in autostop- Chris abbandona, oltre alla sua scassatissima Datsun, anche il proprio nome e la propria identità, diventando Alexander Supertramp, quel supervagabondo che aveva sempre sognato di essere.

Libero, nelle terre selvagge e lontane dalle città, incontra l’umanità che sente più vicina: hippies, agricoltori, altri viaggiatori, persone con cui essere se stesso senza più nascondersi dietro la patina del bravo ragazzo. Se sperando con ottimi voti gli esami del college ha soddisfatto le aspettative dei genitori, rispettando un patto non scritto, ora è libero di andarsene lontano da quella famiglia che per lui ha rappresentato dolore, rabbia, mancanza di amore. E più passa il tempo, più i genitori sono preoccupati perché dl figlio non hanno più alcuna notizia.
Alex cerca la libertà da un mondo di consumismo e prodotti inutili, da una famiglia di plastica, con un padre violento e una madre succube, ai quali aver festeggiato il primo milione di dollari guadagnato con la propria azienda -quintessenza dell’american dream- evidentemente non aveva fornito la chiave della felicità. Solo Carine, la sorella più piccola che proteggeva durante gli accessi d’ira del padre, lo ha davvero amato e sente la sua lontananza, immaginandone i passi.
Si ferma di tanto in tanto per lavorare, ospite in case sconosciute, e alla fine tutti imparano a volergli bene: ciò di cui aveva bisogno nella casa in cui era cresciuto lo trova altrove. Questo rinforza la sua idea di viaggio: fisico, spirituale, di ricerca e scoperta, di sé e del mondo. Ogni incontro è un dono, un ritrovarsi tra anime gemelle. Ma Alex non è pronto per l’amore, per donarsi interamente a un’altra persona, la sua spinta alla ricerca è ciò che lo tiene vivo, il progetto che gli dà la forza. L’obiettivo finale del viaggio, da cui tornare per raccontare le sue scoperte e dividerle con le persone che ha conosciuto, è l’Alaska. Un luogo selvaggio e lontano dalla civiltà, che la sua voglia di vivere non sarà sufficiente a domare.

Scoprii questa storia per puro caso nel 1997, quando il libro venne pubblicato per la prima volta in Italia. Jon Krakauer venne a conoscenza della storia vera di Chris/Alex e ne scrisse un articolo per la rivista Outside. Poi continuò a scavare al di là del fatti, incontrando le persone che lo avevano conosciuto durante il suo viaggio e provando a capire cosa lo aveva spinto a prendersi un rischio così elevato. Dieci anni dopo Sean Penn ne fece questo film. Una fotografia bellissima non nasconde, anzi dà valore, ai dialoghi che non sono altro che una continua grande domanda che si può articolare in molti modi. Che senso ha tutto questo? Cosa posso fare per essere in pace con me stesso? Qual è il mio posto nel mondo?
Li ho immaginati compagni di scuola, lunghi anni per prepararsi ad entrare nel mondo dei grandi, fissati per sempre dalla pellicola nella loro prima estate da laureti. Ma mentre Benjamin per ignavia, accidia o chissà quale altro aggettivo dantesco, si lascia cullare dal motore della sua Alfa Romeo Duetto, dall’acqua della piscina, del sesso facile così come dell’amore che nasce improvviso, Alex cerca la strada più difficile, quella che non è già stata tracciata da altri. Si incammina con la forza dei propri 20 anni e il desiderio di fare del mondo un posto migliore, dando così forma alla sua fame di vita.
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