LA FOLLIA DEL SINGOLO IN LOTTA PER SOPRAVVIVERE ALLA FOLLIA DEL MONDO

Lars von Trier affronta la psicopatologia, la osserva, la studia, ne coglie la poesia, la inquadra in una deliziosa e spaventosa cornice e la propone ai suoi spettatori.

Ci sono un sadico ossessivo compulsivo, una ninfomane, una depressa, un esibizionista e un voyeurista. Questo non è l’inizio di una barzelletta di un film di Vanzina, ma sono i personaggi che ruotano attorno all’universo perverso di Lars von Trier.

CAPITOLO 1 – la depressa

Nel film Melancholia Lars von Trier lascia una depressa in preda alla fine del mondo. La sua straziante e soffocante tristezza, la costringe a vivere su un pianeta che sembra per lei avere una forza di gravità doppia rispetto agli altri. Quando entra a stretto contatto con la morte sembra però saper superare meglio quel terrore della fine, dell’oblio e di distruzione, perché per lei potrebbe essere qualcosa di più simile ad una liberazione, a una punizione vissuta come risarcimento.

CAPITOLO 2 – la ninfomane

Nel film Nynphomanaic Lars von Trier disegna attentamente il profilo di Joe, una ragazza ninfomane e ne racconta la sua vita. Una vita che gira interamente attorno al sesso, ai suoi orgasmi, alla ricerca del soddisfacimento pulsionale. È solo corpo, perché attraverso il corpo conosce il mondo e attraverso il corpo lo domina. La sua dedizione alla passione carnale risulta ancora più forte se contrapposta all’intellettualizzazione della sua controparte, Seligman, che sa tutto del mondo senza riuscire però a viverlo.

CAPITOLO 3 – il sadico ossessivo compulsivo

Nel film La casa di Jack il protagonista è un serial killer che uccide per il gusto, o meglio, per placare le proprie ossessioni e per portare a termine quello che sembra essere quasi un mandato divino. Jack vorrebbe essere un architetto per progettare la casa perfetta e sogna di commettere l’omicidio perfetto, ma la sua ricerca esasperata di perfezione non arriva mai ad essere del tutto soddisfacente, può solo essere frustrante. Come un artista che dipinge ogni volta lo stesso quadro, Jack ossessivamente ripercorre sempre la stessa strada del proprio labirinto mentale senza possibilità di trovare una via di uscita.

CAPITOLO 4 – l’esibizionista

Non è il personaggio di un film, ma l’autore. Lars von Trier, con il suo “digressionismo”, mette in mostra la sua sconfinata conoscenza su tutto lo scibile umano e proietta sullo schermo le sue perversioni ben fiero di essere guardato.

Lars von Trier è stato additato come filonazista e misogino per sue dichiarazioni e approcci verso la narrazione cinematografica. Queste accuse seppure del tutto lecite, non negano la possibilità di ammirare le sue opere cinematografiche. Anche proprio per essere scorretti e provocatori, i suoi film riescono a non cadere nella retorica e lasciano lo spettatore in balia di molte più domande che risposte.

CAPITOLO 5 – il voyeurista

Il voyeurista è lo spettatore che sbircia nel buio della sala cinematografica (o più probabilmente dallo schermo di un PC) il genio, la follia, le disgrazie e le perversioni altrui. Forse per esorcizzare il dolore, forse per imparare qualcosa, forse per venire a contatto con i propri demoni, conoscerli, vederli in azione e salutarli nel momento in cui si riaccendono le luci.

Ci tengo infine a precisare quanto ogni etichetta psicopatologica sia arbitraria e non in grado di tenere conto dell’interezza di una persona, rappresenta bensì un’enorme semplificazione. Nella quasi totalità delle persone gli ossessivi non uccidono, i depressi non vedono la morte come liberazione e la ninfomania fortunatamente non è più considerata una patologia, perché quello sessuale è un normale desiderio che ogni individuo vive a modo suo ed è sano finché non è fonte di dolore per se stessi o per altri.