Questa lista è curata da Francesca Andronico e Giada Alfei. Molti brani sono tratti dal libro: Andronico F., Olivieri A. (2021), Esperienze di Viaggio, Alpes, Roma.

Per chi volesse un’anteprima del testo scritto da Francesca Andronico – Psicologa Formatrice ed Andrea Olivieri – International Host Cruise Director può consultare il link e volendo acquistarlo direttamente dal sito o in libreria: https://www.alpesitalia.it/prodotti-840-esperienze_di_viaggio_il_diario_di_un_marinaio

1. ADRIF-RESTA CON ME: IL VIAGGIO COME SUPERAMENTO DEL LUTTO

Adrift-Resta con me è un film del 2018 regista di Baltasar Kormákur, tratto da una storia vera, quella di due giovani innamorati che in viaggio per il Pacifico con il loro veliero rimarranno vittime della furia di un uragano. Attraverso un susseguirsi di flashback si snoda la vicenda, che mette in risalto l’idea di libertà e leggerezza che il viaggio offre ma anche l’imprevedibilità del mare e della natura.
E’ il 1983 quando Richard Sharp, esperto skipper, arriva a Tahiti e conosce Tami, bellissima donna di cui si innamorerà poco dopo ricambiato. I due giovani hanno lo stesso desiderio di girare il mondo in barca e mentre progettano la loro traversata, Richard informa la donna sui suoi viaggi in solitaria accompagnati solo dalle frequenti allucinazioni, emozioni uniche e momenti di difficoltà. 

Salperanno da Tahiti con destinazione San Diego. I primi giorni di viaggio scorreranno tranquilli fino all’arrivo dell’uragano Raymonds che travolgerà e danneggerà la barca.

Nonostante il film tratti la storia dei due amanti, è Tami ad essere la protagonista indiscussa. La donna infatti, a differenza del fidanzato, sopravviverà alla tempesta ma in preda alle allucinazioni dovute alle ferite riportate, all’assenza di acqua e cibo immaginerà di vagare alla deriva in compagnia dell’uomo.

Il viaggio della donna, iniziato come la possibilità di vedere finalmente realizzato un sogno, assume dunque tutt’altro significato e può essere paragonato al percorso che un uomo intraprende nel superare un lutto. La stessa Tami infatti, immaginerà di prendersi cura del suo fidanzato e di consultarlo nei cambiamenti da apportare alla rotta. Solo 39 giorni dopo la tempesta, in un momento di triste lucidità, si renderà conto che l’uomo è effettivamente morto durante la tempesta e sussurrerà alla sua allucinazione “scusami, ma ora devo lasciarti andare”. 

La protagonista ha intrapreso quindi due viaggi contemporaneamente, entrambi caratterizzati da un aspetto di crescita: il primo, quello reale, si concluderà dopo 41 giorni alla deriva con l’approdo sulla terraferma e insegnerà che non si deve soccombere alle difficoltà ma armarsi per superarle; il secondo, catartico, che le permetterà di riuscire a superare la morte del suo amato, evidenziando che una persona cara non ci abbandona ma continua a vivere nei ricordi.

2. IL VIAGGIO DI ARLO: IL VIAGGIO COME CRESCITA PERSONALE

Il viaggio di Arlo” è un film di animazione Disney Pixar (2015) diretto da Peter Sohn, che racconta le avventure di un cucciolo di dinosauro. Il film mostra la vita sulla Terra se l’asteroide non si fosse abbattuto sul pianeta: i dinosauri appunto non si sono estinti ma anzi specializzati nell’agricoltura e nell’ allevamento. 

Il protagonista Arlo, un cucciolo di apotosauro, vive nella sua capanna con due fratellini e i due genitori aiutandoli nelle faccende domestiche. Un giorno suo padre lo incarica di scacciare un parassita che mangia il loro grano nel silo, ma Arlo, essendo molto impacciato e pauroso, fa scappare il parassita. In seguito a ciò, il padre lo accompagnerà alla ricerca di questo intruso ma perderà la vita in una tempesta: ancora più deluso da se stesso Arlo ritornerà a casa. 

Il vero viaggio di Arlo inizierà quando il cucciolo, ritrovato di nuovo nel silo il piccolo parassita che si rivelerà essere un cucciolo di uomo, lo rincorrerà per ucciderlo, cadrà in un fiume perderà la strada di casa.

Il viaggio di questo piccolo dinosauro può essere paragonato al lungo percorso della vita, in cui un individuo lascia il suo luogo sicuro e si inoltra in un nuovo sentiero dove deve confrontarsi con le sue paure; può essere paragonato ad un percorso di crescita e di consapevolezza delle proprie paure e della propria persona, esempio questo del periodo adolescenziale in cui vi è la ricerca di se stessi. 

All’interno di questo film di animazione si possono evidenziare due momenti importanti indici di crescita e maturità del piccolo Arlo: il primo è l’assoluzione del piccolo uomo, con cui Arlo proseguirà il suo viaggio e instaurerà un legame profondo, dalla colpa della morte del padre, in quanto gli eventi non si accettano e superano attribuendo la colpa ad altri; il secondo è il non agire egoisticamente se questo può ledere un altra persona, evidente quando Arlo sceglie di affidare il piccolo uomo ad un gruppo di uomini primitivi affinché avesse la giusta famiglia piuttosto che tenerlo con sé. Al termine di questo viaggio Arlo, simbolo dell’uomo che vive e affronta la vita in tutte le sue fasi, tornerà a casa adulto nell’animo e ricco di nuove consapevolezze come la volontà di reagire di fronte alle difficoltà, la capacità di riconoscere e superare le proprie paure e la capacità di doversi separare da qualcuno a cui si tiene. 

3. LIKE FATHER: IL VIAGGIO IN CROCIERA CHE PERMETTE AD UNA DONNA DI RITROVARE SE STESSA ED IL RAPPORTO CON SUO PADRE

Like Father è un film del 2018 diretto da Lauren Miller​, disponibile sulla piattaforma Netflix che vede come tema principale il rapporto tra un padre e una figlia.

Il film si apre presentando la protagonista: una donna di 31 anni stakanovista e maniaca del lavoro in procinto di sposarsi. Il giorno del suo matrimonio la donna continua ad occuparsi di lavoro e al momento della sua entrata in chiesa nasconderà il suo cellulare nel bouquet di nozze, particolare che verrà notato dal fidanzato, il quale appunto deciderà di lasciarla.

La donna inizialmente non sembra essere particolarmente triste dell’accaduto, infatti considera questo evento positivo poichè l’uomo non le avrebbe mai permesso di essere chi lei voleva diventare, e pertanto torna al suo lavoro. La sera stessa suo padre, che non vedeva da 26 anni e che aveva comunque assistito all’accaduto del matrimonio, va a trovarla e la invita ad ubriacarsi con lui. Si ritroveranno la mattina seguente in una suite nuziale della Royal Caribbean: il viaggio di nozze di 15 giorni che il fidanzato aveva prenotato.

Le vicende dei protagonisti sono contornate dal lusso e dai comfort della crociera: bar, ristoranti, negozi, SPA, campi da golf, attività di zipline, piscine con scivoli, piscine con surf, cena con servizio in camera e persino un teatro in cui si organizzano spettacoli e viene anche mostrato il lavoro del personale a bordo, come per esempio il Capitano che attraverso uno speaker informa sulla temperatura, i nodi, e l’orario di arrivo a destinazione. 

Inizialmente la protagonista mostra indifferenza al rapporto con il padre, che per lei è semplicemente una fotografia chiusa nel cassetto dei ricordi e che chiama per nome. Questo particolare del nome spingerà le coppie di sposi che frequenteranno per caso, tra cui una coppia di omosessuali psicologi familiari, a credere che anche loro siano marito e moglie. 

Una sera la protagonista conosce un uomo al bar della nave e passa la notte con lui, suo padre preoccupato per il ritardo della figlia va a cercarla: i due avranno una lite molto pesante in cui alle preoccupazioni del padre verso il comportamento della figlia, questa risponde rivelando tutto il rancore e la sofferenza per l’abbandono del padre avvenuto tempo prima.

Durante una delle escursioni previste dalla crociera, in un momento di tranquilla intimità, il padre le rivelerà di averla abbandonata perchè troppo concentrato sul lavoro e a causa dei suoi viaggi era troppo duro per entrambi ogni volta separarsi per così tanto tempo. A questa rivelazione la protagonista, notando la somiglianza tra suo padre e se stessa, scoppia in un pianto liberatorio, rivelando anche la sofferenza per essere stata abbandonata da sua madre, morta prematura per una malattia, e dal suo compagno.

A questo punto la crociera di padre e figlia diventerà un’esperienza ricca di emozioni, parteciperanno infatti anche ad uno dei talent show organizzati dal personale di animazione. 

La crociera è dunque un piccolo mondo portatile via mare, che permette a chi vi si trova di vivere in un’altra realtà come la protagonista, grazie alla quale ha ritrovato sè stessa e ha permesso a lei e suo padre di tornare ad essere una famiglia. 

4. CAST AWAY: IL NAUFRAGIO DA UN PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO

Cast Away è un film diretto da Robert Zemeckis (2000) che tratta un particolare tema del viaggio: il naufragio.

Tom Hanks, l’attore protagonista, interpreta il ruolo di un uomo appagato dalla propria vita che a causa del lavoro sarà costretto a recarsi in Malesia: durante il viaggio però l’aereo che sorvolava l’oceano Pacifico precipita e lui si ritroverà approdato su un’isola deserta. 

Riuscirà a sopravvivere grazie all’adattamento: imparerà ad accendere un fuoco con le pietre, a cacciare e pescare e imparerà a procurarsi acqua dai cocchi. 

Per evitare di impazzire, farà di un pallone giunto sulle sponde dal relitto dell’aereo il suo più caro amico, Wilson. 

Rimarrà sull’isola per quattro anni, nei quali non mancheranno occasioni in cui è forte il desiderio di togliersi la vita, fino a quando non costruirà una zattera con un pezzo dell’aereo e verrà ritrovato in mare aperto.

Il tema del naufragio è stato molto spesso trattato sin dall’antichità, basti pensare a Robinson Crusoe o all’ancora più “antico” Ulisse. Con questi due celebri personaggi della letteratura, quello di Tom Hanks condivide alcuni tratti: come Robinson Crusoe soffre la solitudine e rivive tutte le fasi dell’adattamento dell’uomo, dall’accendere il fuoco al procurarsi il cibo al creare utensili; come Ulisse invece soffrirà la mancanza della donna amata e la voglia e la determinazione di tornare finalmente a casa. Questo viaggio, questo naufragio, cambierà per sempre la vita del protagonista, che come Ulisse con Argo, perderà il suo caro amico Wilson durante il ritorno e a differenza di Ulisse troverà la donna amata sposata con un altro uomo. Il naufragio può essere considerato quindi come una situazione destabilizzante nella vita di una persona, da cui si esce completamente cambiati, può essere considerato come una sfida della vita con cui misurarsi. Molto frequente nelle condizioni del naufragio è la ricorrenza alla zattera, metafora di salvezza che può essere individuata anche nella vita di una persona, quando questa viene per esempio aiutata da un’altra nel superare un periodo difficile o un problema. Così come nella “Zattera della Medusa” di Gericault, il naufrago interpretato da Tom Hanks costruirà una zattera di fortuna con cui salpare il mare ed essere tratto in salvo.

5. ADÙ: IL VIAGGIO COME SOPRAVVIVENZA E SPERANZA DI UNA NUOVA VITA

Adù è un film del 2020 diretto da Salvador Calvo, che tocca tematiche attuali molto importanti e che racconta tre storie legate da uno stesso filo conduttore: quella di un bambino, quella di un rapporto padre-figlia e quella di alcuni uomini che lottano per superare il confine. 

Adù è un bambino di 6 anni che vive in un villaggio del Camerun con sua madre e sua sorella, sebbene molto povero ha con sé una bicicletta da cui non si separa mai. Un giorno assiste al brutale assassinio di un elefante da parte dei bracconieri e, per eliminare ogni testimone, questi ultimi si recheranno nella capanna dove vive e non trovando i due bambini uccideranno la loro madre. 

Gonzalo è un uomo adulto e un ambientalista e si trova in Camerun per lottare contro il fenomeno del bracconaggio e viene presentato allo spettatore mentre osserva lo stesso elefante ormai morto che Adù ha visto uccidere. Oltre a dover portare a termine la sua impresa, deve fare i conti anche con l’arrivo di sua figlia, giunta dalla Spagna.

Contemporaneamente in Spagna, a Melilla, una squadra di guardie affronta una folla inferocita di africani immigrati che cercano di scavalcare la recinzione ed entrare in Europa per salvarsi la vita.

Il piccolo Adù e sua sorella non potendo più tornare a casa perché ricercati dai bracconieri saranno costretti ad emigrare in Spagna, dove il loro padre li aspetta. La loro zia di un villaggio non lontano li accoglie, dona loro dei vestiti, e paga un “paisseur” che li aiuti ad arrivare in Spagna. Qui Adù sarà costretto ad abbandonare la sua carissima bicicletta, simbolo per lui di libertà e giovinezza nonché unico oggetto con cui passare le sue giornate. Il paisseur lascerà i bambini all’aeroporto e li farà entrare in un aereo diretto a Parigi attraverso il carrello delle ruote. Durante la notte, la sorella di Adù morirà a causa del freddo.

Solo e rammaricato, scenderà dall’aereo durante lo scalo a Daqar e farà amicizia con un giovane nella sua stessa situazione che si prostituirà per trovare dei soldi e raggiungere finalmente la Spagna. Il piccolo Adù riuscirà ad arrivare in Spagna trasportato da un copertone di un’auto attraverso il Mediterraneo.

Gonzalo invece sfrutterà questo viaggio in compagnia di sua figlia, viziata e drogata, per recuperare il difficile rapporto con lei e per salvare quanti più elefanti possibile da un destino crudele. Durante il loro itinerario la ragazza troverà la bicicletta del piccolo Adù e deciderà di portarla a casa con lei come souvenir ricordo del viaggio. La giovane, poco prima di partire per il suo ritorno a casa, aveva nascosto della marijuana all’interno di una finta zanna di elefante. Verrà fermata alla dogana per una perquisizione ma fortunatamente il padre, accortosi del gesto della figlia, aveva scambiato la droga con un biglietto: la giovane comprende dunque che ha ancora bisogno di suo padre e che questo le vuole molto bene.

Il viaggio in questo film viene rappresentato con il suo carattere più crudo e profondo, mostra il viaggio come sopravvivenza, il viaggio della speranza di una nuova vita come l’Odissea del piccolo Adù, mostra il viaggio di questo padre che recupera il rapporto con sua figlia e soprattutto insegna che la povertà è un fatto di punti di vista, che non esiste quando si ha accanto la propria famiglia. 

6. LA SAGA DEI PIRATI DEI CARAIBI: JACK SPARROW UN ULISSE MODERNO CHE RACCONTA LA PSICOLOGIA DI CHI SCEGLIE LA VITA IN MARE

Quasi tutti, almeno una volta nella vita, hanno avuto modo di vedere uno o tutti i film della saga cinematografica Pirati dei Caraibi. Nonostante questi film abbiano più personaggi principali ce n’è uno più importante tra tutti: il celeberrimo Capitan Jack Sparrow.

Interpretato da Johnny Depp, Jack Sparrow è il cuore pulsante dell’intera saga, ormai diventata un franchising della Walt Disney.  Capitan Jack è forse uno dei personaggi cinematografici più interessanti, inizialmente infatti sembra essere un pirata semplice incline al rum e alle scorribande e considerato dagli altri personaggi inaffidabile e scellerato. In realtà questo personaggio è tutt’altro che banale, dietro il suo passo ciondolante ed i suoi guai, nonchè il modo di gestirli, si cela un uomo più profondo e complesso di quello che sembra.

Il caro Jack è un uomo eccentrico e superbo, è molto spesso leale e altruista e soprattutto è molto astuto ed ingegnoso, una delle caratteristiche che lo rende molto simile al protagonista di uno dei poemi omerici, Ulisse.

Jack Sparrow e Ulisse sono, come già detto, uomini molto astuti ed intelligenti, che superano i loro grandi problemi con astuzia ed inganni, ma sono anche uomini dediti al mare, essenzialmente due marinai. All’inizio di ogni film Jack parte per una nuova avventura, sempre alla ricerca dell’immortalità, e questi suoi viaggi come quello di Ulisse possono essere metafora del viaggio esistenziale di un adolescente verso l’età adulta in cui le sfide affrontate dai due protagonisti sono paragonabili alle sfide di questo con i genitori. Nel corso delle sue avventure Jack incontra personaggi stravaganti, così come Ulisse, che possono rappresentare i molteplici incontri e situazioni della vita reale di ogni individuo.

Come Ulisse, Jack incarna quindi l’archetipo del marinaio in quanto vive una continua spinta a mettersi alla prova attraverso nuove sfide, alla ricerca costante di poter ottenere sempre di più, nel suo caso l’immortalità, e quindi appare sempre inquieto per mare senza mai fermarsi.

Jack Sparrow è comunque un personaggio immaginario vissuto verso la fine del 1600, oggi coloro che scelgono di vivere come lui per mare senza fermarsi mai sono coloro che scelgono di lavorare sulle crociere, coloro per cui il mare rappresenta libertà e desiderio di rapportarsi con l’ignoto, coloro che preferiscono vivere 6 mesi in mare e lasciare la vita sulla terra agli altri.

7. OGNI TUO RESPIRO: L’ESPERIENZA DEL VIAGGIO NELLA DISABILITÀ

Ogni tuo respiro” è un film ispirato alla storia di Robin Cavendish e che tratta il tema del viaggio e della disabilità.

Robin Cavendish è un uomo come tutti, che ama viaggiare, con una moglie e un figlio, solo due cose lo rendono impossibilitato a vivere la sua normalità: una diagnosi di poliomelite e 3 mesi di vita. Dopo un periodo di degenza in ospedale, che si rivelerà più lungo di quello pronosticato, la moglie lo riporta a casa per tentare di alleviare le sue sofferenze ma l’uomo vuole viaggiare. 

Madre, figlio e padre su una sedia a rotelle appositamente inventata per lui partiranno per un lungo viaggio con lo scopo di sensibilizzare e aiutare tutti i disabili del mondo.

A questo punto si può notare come lo stesso viaggio ha un significato profondo e diverso per ogni personaggio che lo vive. Grazie a questo viaggio Robin Cavendish ritroverà la vitalità perduta, la sua leggerezza, la voglia di vivere grazie anche all’opportunità di aiutare gli altri, per lui il viaggio è quindi uno strumento per liberarsi dal problema, per tornare a respirare, per destarsi dalla tristezza che ad esempio può portare una malattia degenerativa. 

Per sua moglie, spinta a partire principalmente dalla diagnosi di morte, il viaggio è l’ultima occasione per vivere un periodo di normalità in compagnia della vitalità e dell’amore del marito, e quindi, assumerà il significato del tempo: il tempo di dire addio e di vivere appieno il tempo che rimane.

Il viaggio permette al figlio invece di accettare la condizione di malattia del padre, e di conseguenza di accettarne la morte, insegnerà inoltre che gli eventi non devono essere soppressi, non devono essere evitati ma accolti e accettati per reagire di conseguenza. 

Il viaggio per questi tre protagonisti rappresenterà dunque il percorso per risolvere le loro difficoltà che si trasformeranno in opportunità che li cambieranno in meglio la loro esistenza. 

8. PRIMA DELL’ALBA: IL VIAGGIO COME TEMPO EXTRA-ORDINARIO CHE PERMETTE DI VIVERE DI EMOZIONI

Prima dell’alba è un film del 1995 che racconta il viaggio di due giovani ragazzi. Lui è un giovane giornalista americano, recatosi inizialmente a Madrid per passare le vacanze estive con la fidanzata studentessa in Europa, ma una volta scoperta la volontà della ragazza di porre fine alla loro storia prenota nell’immediato un volo per gli Stati Uniti con partenza da Vienna: si recherà in questa città quindi con un Intercity.

Lei è invece una studentessa di origini francesi che ritorna con il treno a Parigi dalle vacanze. 

E’ proprio su questo treno che i due giovani faranno conoscenza, rimanendo subito molto colpiti dall’aspetto estetico l’uno dell’altra. Essendo un Intercity, il treno offre tutti i comfort necessari al passeggero che affronta un lungo viaggio tra cui ad esempio la carrozza ristorante. E’ in questa carrozza, davanti ad un pasto caldo, che il giovane convincerà la ragazza a scendere con lui a Vienna e di passare la notte insieme a visitare la città dicendole che forse un domani potrebbe pentirsi di aver incontrato l’amore della sua vita e di non averlo conosciuto bene.

Fin da subito si nota quindi la libertà e la spensieratezza, a tratti anche ingenuità, che caratterizza gli adolescenti, infatti lo spettatore potrebbe rimanere perplesso dalla scelta della ragazza di acconsentire alla richiesta di uno sconosciuto.

Di fronte alle meraviglie che la città di Vienna offre, si assiste al progressivo sviluppo della conoscenza tra i due e così anche alla nascita di un sentimento.

I due giovani non si fermano mai, hanno solo una notte per visitare tutta la città, e durante il tempo che hanno a disposizione affronteranno i più disparati argomenti: la religione, le idee politiche, l’amore, il loro passato e le aspettative che hanno per il futuro. 

I due giovani non si premurano di avvisare nessuno, vivono con ardore tutto ciò che questa esperienza sta portando loro, immergendosi totalmente nel loro rapporto. 

Questo breve viaggio, della durata di 12 ore, è una parentesi di vita fuori dall’ordinario in cui tutto può accadere, e fa percepire un’atmosfera positiva e di speranza per il futuro tipica dei vent’anni e di quella sana ingenuità che porta a vivere una storia d’amore in un tempo così breve con la consapevolezza di doversi separare. 

Il viaggio quindi riflette quell’esperienza di uscire fuori dagli schemi, quell’esperienza di cui approfittare per fare qualcosa che non si farebbe mai nella vita ordinaria, il sentirsi liberi di fare ciò che si vuole, di essere sè stessi.

All’alba, di fronte alla realtà dei fatti, i due giovani si separeranno con la promessa di rincontrarsi allo stesso binario dopo 6 mesi e, una volta soli con i loro pensieri, rifletteranno sull’intensità che questa esperienza ha portato loro. 

La promessa di rincontrarsi riflette invece un po’ quello che il viaggiatore si ritrova a vivere quando lascia un posto che gli è particolarmente piaciuto per tornare a casa: “ci ritornerò”, ben consapevole della possibile inverosimilità del pensiero, è la nostalgia di un’esperienza positiva che volge al termine che lo spinge a manifestare la voglia di tornarvi, come a rasserenarsi che si tratti di un arrivederci piuttosto che di un addio. 

Aldilà di ciò i due giovani, così come qualunque viaggiatore, torneranno a casa con quella sensazione di calore e felicità e con l’animo arricchito dalla nuova esperienza vissuta.

9. TITANIC: IL VIAGGIO IN COME ESPERIENZA DI CAMBIAMENTO

Quando si parla di film di viaggio non si può non menzionare Titanic, la celebre vicenda del transatlantico inglese setting della storia d’amore tra due giovanissimi di diverso ceto sociale interpretati da due altrettanto giovani Kate Winslet e Leonardo Di Caprio. 

Il Titanic salpa per la prima volta da Southampton con destinazione New York il 10 aprile 1912, la banchina gremita di gente ad attendere: il viaggio inaugurale era stato oggetto di attenzioni mediatiche e campagne marketing da parte della compagnia che puntava a posizionarsi come prima rispetto alle altre compagnie del settore.

Considerato inaffondabile, era per la società una crociera pari a quelle odierne con tutti i comfort che queste offrono oggi, la protagonista stessa la definí “la nave dei sogni”. 

Essendo la società diversa da quella attuale, cioè divisa in ceti, la nave presentava scompartimenti adatti alla prima classe, nobile e aristocratica, con suite ristoranti e persino una cappella e scompartimenti dedicati agli inservienti e ai passeggeri della terza classe con dei semplici letti a castello.

Da subito si nota la differenza sociale tra i due protagonisti: Rose l’aristocratica fidanzata di un uomo ricco, l’agnello sacrificale di una famiglia in bancarotta, e Jack il giovane con in tasca soltanto sogni carta e carboncino da disegno che vince il biglietto per New York con una mano fortunata a poker.

Per Jack questo viaggio rappresenta un’opportunità di vita, il lasciare la culla verso una nuova avventura; per Rose, che di aristocratico ha l’aspetto ma non il cuore, rappresenta l’ennesima prigione verso una vita che non desidera. 

Proprio in uno dei momenti di debolezza della donna, intenta a buttarsi in mare dalla balaustra della nave, i due giovani faranno conoscenza e con il passare del tempo nascerà un amore importante.

Per Rose questo viaggio assumerà dunque il sapore di libertà, un’uscita dagli schemi rigidi della sua classe, e che saprà dunque rispecchiare la leggerezza del suo animo ed al termine del quale sarà in grado di evadere da quella vita che considera prigione.

Per Jack significherà comprendere l’importanza di avere uno scopo nella vita e soprattutto il non provare vergogna per il proprio modo di vivere e per i propri sogni.

Sullo sfondo di una vicenda drammatica si snodano quindi alcuni dei significati importanti del film: il viaggio come esperienza di crescita psicologica che permette ai protagonisti di prendere in mano la propria vita e comprendere il rapporto tra desiderio, responsabilità e dovere, ed il compito importante che i comandanti hanno nell’assetto e nel piano di viaggio, proprio uno di loro infatti ordinerà di sacrificare la precisione di rotta e velocità per giungere a destinazione di giorno causando l’impatto con l’iceberg.