Il cinema ha una propria grammatica, una propria sintassi, un’insieme di regole che compongono il mezzo attraverso cui si darà forma alla sostanza. Un’opera cinematografica risuona grazie alla relazione esistente tra le inquadrature,creata attraverso il montaggio cinematografico.
L’inquadratura è la base dell’opera, il mezzo attraverso cui si manifesta la visione di un
autore, capace di farci emozionare.
Un particolare stile di racconto si percepisce
nella relazione esistente tra le inquadrature, che poste insieme andranno a formare le scene, dalle quali si ricaveranno le sequenze.
Abbiamo deciso di regalarti un vademecum dove sono riportate le inquadrature più utilizzate, suddivise tra campi (per raffigurare un ambiente, uno spazio e le sue porzioni) e piani (per raffigurare un soggetto, animato o inanimato).
Alle volte campi e piani potrebbero confondersi, quindi le definizioni qui riportate servono per acquisire una maggiore consapevolezza circa un aspetto importante del linguaggio cinematografico, ma nella loro declinazione gli autori sono liberi di osare e infrangere le convenzioni.
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Inquadrature
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