Recensione al libro: “Cinema e Genitorialità. La psicologia e il grande schermo incontrano la famiglia” di Amalia Dodaro
Ho letto il testo della Dodaro con grande piacere. È un libro di meno di 100 pagine che condensa un argomento complesso come quello della genitorialità, letta attraverso la lente cinematografica. Non era un’impresa facile ma la Dodaro c’è riuscita!
Intanto una premessa: perché utilizzare il cinema nella propria attività clinica, formativa, perché utilizzarlo per capire la dimensione e la complessità dell’animo umano? Risponderei di getto con una battuta di Alfred Hitchcock: perché “il cinema è la vita con le parti noiose tagliate!” È una battuta, però è proprio così: il cinema riesce a descrivere, condensando, come siamo fatti, come interagiamo con gli altri, i nostri desideri più profondi ma anche le nostre paure, le nostre ambivalenze, contraddizioni, in una parola come ci muoviamo nel mondo.
Il testo è suddiviso in tre parti.
Nella prima parte viene descritta, appunto, la funzione del cinema per rappresentare la realtà; scrive la Dodaro: “Ripercorrendo la storia del cinema fin dai suoi albori, possiamo constatare come il grande successo dei primi film dei fratelli Lumière derivò dal loro fedele carattere di riproduzione della realtà in movimento. […] Queste prime pellicole ritraevano soprattutto scene di vita quotidiana: il pubblico dell’epoca poteva vedersi nei riti di tutti i giorni.”
Nella seconda parte, il testo entra nel tema della genitorialità e lo fa in un modo interessante, raccontandola attraverso la descrizione di diversi film dedicati a questo tema, unita a riferimenti teorici, un misto di definizioni scientifiche e artistiche. I temi sono: la rappresentazione della maternità, della paternità e la famiglia, ieri e oggi.
La terza parte descrive diversi percorsi formativi, utilizzando come elemento di mediazione il cinema. Come costruire un laboratorio, schede di analisi per l’avvio di un cineforum, con quattro proposte didattiche, il tutto sempre accompagnato da proposte filmiche rappresentative di ciascun argomento.
Infine: una buona bibliografia di riferimento, un elenco di tutti i film descritti nel libro e i siti Internet, di maggiore interesse, che si occupano di questa tematiche.
Insomma un ottimo manuale per avviare un percorso didattico utilizzando il dispositivo filmico come base di esplorazione. Il libro è di facile lettura e lo consiglio vivamente.
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