IL TRENO COME LUOGO DELL’ANIMA, TRA LIBERTÀ E SOLITUDINE
Regia di Juho Kuosmanen. Titolo: Scompartimento n.6- in viaggio con il destino. Tratto dal romanzo Scompartimento n.6 di Rosa Liksom. Disponibile su Sky.
La libertà del viaggio, di abbandonare tutto per qualche tempo ci mette di fronte a una forma pura e sublime di solitudine. Una solitudine fisica, in cui le persone alle quali siamo legate non possono essere fisicamente presenti e il bagaglio che ci portiamo a presso è colmo dei loro ricordi.
La solitudine a volte sussurra nell’orecchio di isolarsi oppure di accontentarsi e passare il proprio tempo con persone che non ci interessano. Ma altre volte avviene come una curiosità, un desiderio di cercare la bellezza in posti in cui fino ad allora non si aveva mai avuto il coraggio di guardare.
Laura è una ragazza finlandese che studia a Mosca dove convive con la sua ragazza Irina, una professoressa sempre al centro della seducente e vagamente snob vita intellettuale nella quale Laura oscilla tra entusiasmo e imbarazzo. Decidono di partire insieme per Murmansk, nell’estremo nord-ovest della Russia per andare a vedere i petroglifi, ma Irina rinuncia al viaggio per lavoro. La meta dei petroglifi (incisioni rupestri su roccia) sembra a volte un movente troppo debole per intraprendere un così lungo viaggio attraverso zone tanto fredde e inospitali in solitudine, per cui il viaggio diventa una fuga dal quotidiano, un errore di valutazione o semplicemente un viaggio la cui unica ragione è viaggiare.
Noi avevamo deciso di partire tutte e due, ma invece lei doveva lavorare. Io però sono partita lo stesso. Non so neanche perché. Lei ha una bellissima vita, ha una bellissima casa, come nei libri. Io volevo tanto fare parte di quella vita, fare parte di quella casa.
Il film si svolge quasi per intero all’interno dei vagoni del treno, dove Laura si sente perduta senza Irina che rappresentava per lei anche una sorta di figura genitoriale protettiva. Dalle poche fermate traspare una Russia desolata, quasi congelata sia letteralmente che in senso figurato, ma sotto quello strato rigido e ostile si nascondono persone più generose, gentili e amichevoli di quanto si direbbe a un primo sguardo.
Laura condivide la cuccetta del treno con un minatore Russo ed è lì che nasce una storia che appare un incidente di percorso. Kuosmanen è abilissimo a raccontare l’inadeguatezza, il disagio relazionale e l’incapacità di riconoscere l’altro. Tanto che offrire o ricevere uno scambio affettuoso può portare solo alla violenza o alla fuga.
L’unico luogo in grado di far incontrare due persone tanto diverse e costringerle a passare abbastanza tempo insieme da potersi realmente conoscere è il treno. Il treno diventa così luogo dell’anima, tutto scorre lentamente, il movimento è limitato a uno stretto corridoio e alla propria cuccetta, ma allo stesso tempo il treno percorre lunghe distanze e il finestrino ne è il solo testimone. Poi in Russia i treni sembrano fatti più che per viaggiare per raccontare storie, da Dostoevskij a Pasternak il treno è sempre stato un luogo in grado di scaturire una delicata poesia.

Ma i film come i treni non sono fatti per i grandi finali trionfali, al massimo ci lasciano con un sorriso che dura il tempo di uscire dalla stazione o il tempo che passino i titoli di coda.
iscriviti alla newsletter di cinema e psicologia!
PILLOLA AZZURRA NIENTE NEWSLETTER. PILLOLA ROSSA: VEDRAI QUANTO È PROFONDO IL SITO DI CINEMA E PSICOLOGIA
Riceverai direttamente al tuo indirizzo e-mail:
• Le liste dei film suddivisi per tematiche psicologiche
• Psico-Recensioni di film in uscita
• I prossimi eventi di cinema e psicologia
Grazie per la tua sottoscrizione!