“Soli, Insieme” è la scelta di Andrea che guarda il mondo fuori dalla sua grande finestra
Con il termine hikikomori si tende a descrivere una particolare sindrome che colpisce giovani e giovanissimi. “Stare in disparte, isolarsi” è il significato della parola hikikomori, termine giapponese che deriva dal verbo hiku (tirare indietro) e komoru (ritirarsi) (Moretti, 2010).
Questo termine nasce per definire un fenomeno caratterizzato principalmente da ritiro sociale (social withdrawal) e una volontaria reclusione dal mondo esterno. Il disturbo, descritto e osservato primariamente in Oriente, ad oggi non è ancora una diagnosi ufficiale del DSM-5 anche se richiede l’intervento di uno psichiatra o altro specialista della salute mentale. (def. Neuropsichiatria Infantile Ospedale Maria Luigia psichiatria e riabilitazione, Monticelli Terme , Parma)
Il cortometraggio “Soli, Insieme” è stato iscritto alle selezioni all’Accademia Premi del Cinema Italiano David di Donatello del 2020 per la regia di Lorenzo Cassol e con soggetto e sceneggiatura di Alessia Buiatti.
Può considerarsi un corto territoriale di dodici minuti prodotto da Fare Cinema ed Emera Film, in collaborazione con Kublai Film e Freecom SRL, con il patrocinio del Comune di Belluno e dell’associazione Hikikomori Italia, con il sostegno di Bon Tajer e Dolomitibus.
I territori che indaga e sintetizza il cortometraggio sono urbanistici, sociali e psicologici. Evidenzia tutti i principi di ricerca sperimentale della psicologia sociale dove osservazione, ascolto, interazione tra gruppi convivono e trasmettono in un campo delimitato.
“Soli, Insieme” è la scelta di Andrea che guarda il mondo fuori dalla sua grande finestra.
Il protagonista del cortometraggio è un giovane studente di sedici anni. Attivo nella scuola e nelle attività sportive. Uno studente interessato all’astronomia tanto da collegarsi agli osservatori astronomici della Siberia e del Cile accedendo anche a banche dati internazionali.
Il territorio urbanistico: un piccolo centro montano; sociale: famiglia e gruppo dei pari; psicologico: la scelta di Andrea, la reclusione volontaria il social withdrawal.
I territori di “Soli, Insieme” si mescolano e si intersecano. Intervengono in quella serena quotidianità familiare in cui un soggetto sente la solitudine e sceglie di viverla.
Si può essere Soli anche Insieme e viceversa. È lo stesso titolo che racchiude la proprietà transitiva di due stati emotivi contrapposti ma complementari.
Andrea, dalla sua grande finestra sul mondo, osserverà un ragazzino Solo (Mattia), Insieme a dei ragazzi. Una solitudine espressa dall’isolamento del ragazzino attaccato ripetutamente all’interno di un gruppo dei pari.
Andrea interiorizza quella difficoltà e attraverso di essa infrange la sua reclusione. Due “Soli, Insieme”.
“Soli, Insieme” è la visualizzazione dei presunti deboli che riescono ad essere se stessi.
“Soli, Insieme” è il racconto aspro di un perimetro i cui confini sono valicati verso un territorio di rigorosa solitudine in cui nessuno esige, nessuno richiede, nessuno fa sentire giusto o sbagliato.
“Soli, Insieme” è quella virgola che isola, che richiede una pausa nella lettura, che ti sospende e impone il giusto peso alle parole.
«Gli hikikomori italiani, secondo stime non ufficiali, sono circa 100mila: si tratta soprattutto di giovani uomini, di età compresa tra i 14 e i 30 anni». (Marco Crepaldi, psicologo e fondatore di Hikikomori Italia, associazione nazionale nata con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema dell’isolamento volontario.)
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