Stolen (India, 2023). Regia: Karan Tejpal. Interpreti principali: Abhishek Banerjee, Sahidur Rahaman, Mia Maelzer, Harish Khanna, Ankit Sain
Due fratelli sulla trentina si incontrano in piena notte all’interno di una stazione ferroviaria per raggiungere insieme la propria madre che proprio quel giorno si sposa di nuovo. Mentre stanno per uscire e raggiungere il SUV di Gautam, il più grande, una donna si dispera perché la propria bambina di pochi mesi è scomparsa. Inizialmente coinvolti come indiziati dai due poliziotti accorsi sul posto, una volta chiarito l’equivoco i due fratelli vorrebbero partire subito per la cerimonia: ma dopo poco Raman, il più giovane, un fotografo free lance, propone di aiutare la donna perché si rende conto che la Polizia non ha nessuna intenzione di occuparsi della vicenda: Jhumpa, questo il suo nome, dormiva alla stazione, ha un aspetto trasandato e chissà, forse si è inventata tutto. Gautam non è d’accordo: in fondo è un problema che non lo riguarda, e poi la madre non li vede da tempo e li sta aspettando.
Da queste premesse parte un viaggio nell’India più profonda alla ricerca di una salvezza personale e collettiva che passa attraverso l’aiuto a questa donna, fragile e abituata a rivolgersi a tutti con una profonda umiltà. Raman e Gautam si vogliono bene, ma il modo che hanno nel rapportarsi con gli altri, la loro capacità empatica e il modo di leggere il mondo che hanno attorno sono profondamente diversi: uno è uomo di successo, elegante, con un’auto che molti invidiano, parla un inglese forbito e ritiene che il affermarsi nel proprio lavoro sia la cosa più importante; l’altro è più spaesato, viaggia con un borsone a tracolla e osserva gli altri in quanto persone e non ostacoli ai propri obiettivi.
Certo non è possibile riscattare un lutto salvando una sconosciuta, ma se nessuno lo fa tutti quanto si devono adeguare?
Il nucleo profondo della storia mette a confronto due Indie, che non si parlano e si combattono con armi spesso primitive: mondi inconciliabili dove la ricchezza e il privilegio di pochi sono pagati dal dolore e dalla miseria di tanti.
Mondi in cui è sufficiente un semplice equivoco per far deflagrare una violenza covata per anni, brutale e irragionevole, che nessuna forza logica sembra riuscire a placare.

L’inseguimento prolungato per polverose strade di campagna, lungo le quali i contadini portano le loro greggi, mette a confronto i due fratelli e una massa di disoccupati cenciosi sulle loro moto, armati di bastoni, pronti a riscattare con la violenza anni di soprusi subiti senza mai reagire.

Un mondo incattivito, non diverso da altri presentati a Venezia quest’anno, in cui gruppi di persone si vomitano addosso un odio represso e incontrollato: fomentati da politici privi di scrupoli, o privi di risorse economiche, o ancora disperati senza più nulla da perdere, le voci diventano sempre più alte, le accuse si ripetono senza possibilità di confronto, e a tutto questo segue inevitabilmente la violenza.
I due fratelli, che inizialmente non erano d’accordo, si ritroveranno ad aiutare questa donna anche quando tutto sembrerà perduto; e impareranno forse che salvare una persona non cambia il mondo, ma può cambiare il modo che conosciamo per starci dentro nel rispetto di chi abbiamo di fronte.
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