IL CUORE FRANTUMATO È UNA MALATTIA UNIVERSALE

“Storia di un matrimonio” regia di Noah Baumbach (2019) attualmente presente su Netflix, non è un film sul divorzio ma è un divorzio in azione.

Un lungometraggio sull’ incapacità della comunicazione quando l’armonia si rompe. Quando l’amore finisce e restano soltanto i rimproveri.

La prima scena inizia in maniera sensibile e delicata nella quale ognuno dei protagonisti, Charlie e Nicole, dipinge un ritratto dell’altro sincero e affettuoso. 

La questione è che queste parole non se le sono mai dette, parlano nel loro intimo. Sono memorie che non vogliono pronunciare per non screpolare i muri che si sono creati fra di loro e li avviano verso il divorzio.

Questi primi minuti finiscono di punto in bianco, senza pietà.

Attraverso i diversi fashblack che recompongono la vita passata della famiglia e la sua armonia entriamo in un rapporto che va diventando piano piano tossico e amaro. L’amore, la complicità, l’equilibrio lasciano posto ai rimproveri, la rabbia, le urla, la distanza fisica ed emozionale.

“L’amore significa avanzare un passo dalla carnalità e dalla superficialità in cui siamo iscritti come mammiferi”. È quanto afferma Margherite Youcenar attraverso Memorie di Adriano. “Di tutti i nostri giochi, è l’unico che rischia di sconvolgere l’anima, e l’unico in cui il giocatore viene forzatamente abbandonato al delirio del corpo”

Il film ci fa vedere la poca toleranza alla frustrazione da parte dei giovanni di oggi. Tante persone non arriverano mai a capire che i propri desideri non saranno sempre soddisfatti. La poca tolleranza alla frustrazione si esprime di solito quando la persona deve affrontare una situazione di stress e in questo caso reagisce con ira, rabbia o malinconia smisurata davanti a situazioni che la maggior parte delle persone è capace di risolvere con un percorso interiore.  Le crisi fanno parte della crescita, e dopo lo shock iniziale dovrebbe essere possibile andare avanti con accordi e condizioni. L’accettazione è un processo per il quale iniziamo a interiorizzare che non tutto andrá come noi abbiamo previsto e che non possiamo controllare tutto quello che ci capita. Il nostro controllo sul ambiente è limitato, molto limitato. Così dobbiamo interiorizzare nel nostro modo di pensare che controllare tutto è impossibile. 

Se qualcosa ha soluzione, perché ci dobbiamo preoccupare? Se non la ha, perché tanto sconforto, afflizione?

Un altro spetto afondamentale è sapere che esistono altri punti di vista. La nostra opinione è nostra, di nessun altro. Aprire la mente e accettare nuovi punti di vista, non solo ci farà liberare dell’ira ma ci arricchirà come persone.

Pare che Charlie non abbia saputo accompagnare Nicole nei suoi desideri. È mancata la comunicazione e il consenso nel suo rapporto con lei. Quella promessa mancata di “In dieci anni andremo a ….. traslocheremo a ………”. 

Ma allo stesso tempo, dove è stata la voce di lei? Sembra che non abbia mai parlato. Infatti non vuole nemmeno leggere quello che ha scritto in quella seduta di terapia di coppia. Nicole sta in una attesa silenziosa.

È molto comune nelle coppie che dietro il silenzio, dietro quello che non si può dire, che non ti piace come l’altro ti bacia, come ti accarezza, come è, ci siano bisogni e desideri che se non espressi, creano dei problemi enormi nella relazione.

Quello che fa diventare questo film così estremamente emotivo è l’inconfondibile universalità della storia.

Sarà difficile per molti spettatori e spettattrici non riconoscersi in ogni litigio zavorrato dall’orgoglio, in ogni parola tagliente della quale si pentono immediatamente, in ogni sguardo al telefono aspettando la chiamata, nella devastante sensazione di solitudine quando una vita di convivenza diventa una vita indipendente, ci siano oppure no dei figli. 

Ne Charlie ne Nicole sono interamente cattivi ne interamente buoni. Noi siamo come loro…come prendere le parti di uno di loro?