Il film sesto senso può essere considerato un capolavoro innovativo del genere fantastico-paranormale.
Necessaria una lettura a più livelli: da superficiali a sempre più profondi, generando una duplice reazione: o lo ami o lo odi.
Se ad oggi molti spettatori intravedono vari motivi per reputarlo un film di serie “B” credo che ve ne siano di altrettanti per reputarlo un film di tutto rispetto.
Storia drammatica, sorprendente, a tratti paurosa, su tutto ciò che può generare la paura di un “dono” che quasi mai è veramente tale e che rischia di condannarci ad un’esistenza tutt’altro che felice.
Haley Joel Osment (il bambino protagonista) vorrebbe potersi riconoscere normale nella propria “a-normalità”, in un lungo percorso di accettazione da parte non solo di se stesso ma degli altri, perché non si può essere aiutati da nessuno se in primis non si è creduti.
E questo sesto senso? Non importa qui se il paranormale esista o meno, ciò che conta è che lo si impari ad amare.
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