THE UNDOING – LE VERITÁ NON DETTE, MINI SERIE CRIME DI SEI EPISODI, MANDATA IN ONDA DALL’8 GENNAIO 2021. NELLE VESTI DEI PROTAGONISTI PRINCIPALI, HUGH GRANT, DONALD SUTHERLAND, NICOLE KIDMAN E MATILDA DE ANGELIS.

Grace è una psicoterapeuta, Jonathan un oncologo pediatrico ed Henry è il loro amato figlio di dodici anni. Sono una ricca famiglia newyorkese che vive nell’agio ma una tempesta inaspettata sta per cambiare del tutto le loro vite.

Avviene un omicidio, la mamma di un compagno di scuola di Henry viene trovata morta. Nello stesso giorno Jonathan sparisce, non si hanno sue tracce e si posiziona così al primo posto nella lista dei sospettati. I due eventi sono legati? Jonathan e questa donna si conoscevano? Sono tante le verità di cui Grace sembra essere ignara.

Ultimamente si sente parlare tanto, spesso impropriamente, del disturbo narcisistico di personalità. Nella serie vengono estremizzati i risvolti e le conseguenze a cui questo tipo di disturbo può indurre, lasciando comprendere chiaramente cosa sia e quali ne siano i tratti:

“L’egocentrismo innanzitutto” e “La mancanza di empatia!”, e gli intimi pensieri di una persona che ne soffre.

Sono tante le descrizioni che vengono attribuite al personaggio di Jonathan durante il dispiegarsi degli episodi e sono tutte completamente in linea con la definizione di disturbo narcisistico. Quasi tutte le persone che si avvicinano a Jonathan sembrano infatti intuire il funzionamento della sua psiche, o meglio, quanto poco funzionale sia, in effetti. 

“Le persone, che avevano un’ossessione per lui, lui se ne nutriva. I suoi pazienti lo adoravano, i genitori ovviamente, i genitori lo veneravano, gli salvava i figli! Si beava di essere il centro di intense emozioni in un modo molto narcisistico e anche morboso. Mi è sfuggito il dettaglio che non è Dio mi pare! Anzi in realtà a volte non penso che gli importasse del paziente, gli importava l’emozione che gli arrivava.”

Affermazioni importanti che un amico e collega di Jonathan rivolge alla moglie Grace, la quale, in preda alla disperazione e alla confusione, cerca di indagare e di capire chi fosse realmente suo marito. Appare evidente da questo resoconto il delirio onnipotente che si celava dietro quelli che sembravano i grandi gesti di un medico che salva vite. Caratteristica indistinguibile di un narcisista patologico.

Durante una discussione poi, l’avvocato rivolge a Jonathan queste parole:

“Lei incanta le persone, lo ha fatto con chiunque abbia mai incontrato. Con una faccia come quella! Ho un cliente avvenente e carismatico con la capacità di ammaliare. […] Convinceremo la giuria a vedere in lei quello che lei vede in se stesso.”

L’aspetto manipolatorio e seduttivo tipico dei narcisisti risulta evidente. 

Un’altra verità disarmante viene rivelata da Jonathan stesso a Grace: si tratta di un traumatico evento che lo ha coinvolto in adolescenza. Grace, allora, decide di parlarne con la madre di Jonathan, da cui lui ha preso le distanze da tempo, per cercare di capire se, a seguito di questa terribile vicenda, fosse mai stato seguito da un terapeuta, considerati il senso di colpa e l’immensa sofferenza di cui avrebbe dovuto farsi carico.

“Lui no, mai. Non ha mai provato nulla, né colpa, né dolore. Abbiamo continuato ad aspettarli, lo abbiamo circondato di supporto familiare, certi che una volta che lo shock fosse passato sarebbe subentrata la sofferenza ma non è mai arrivata. Jonathan non sa neanche che cosa sia la sofferenza.”

Anche il padre di Grace confessa che dal primo momento non ha mai pienamente apprezzato Jonathan. Ma com’è possibile che Grace non si sia resa conto di così tanti aspetti della persona che le ha dormito accanto per ben 14 anni?

Nella puntata finale si parla di bias cognitivo, della tendenza cioè a vedere le cose in base alle proprie nozioni preconcette, per provare a spiegare perché Grace fosse stata così cieca. Fino a quel momento era vissuta in una bolla di sapone, che, proprio come nella sigla iniziale, alla fine esplode, riportandola nella dura realtà.

Ma quali sono le idee preconcette che hanno portato Grace a tale cecità? Viene forse chiarito durante una conversazione con suo padre.

“Sai, non ho mai aspirato alla vita perfetta. Volevo solo essere felice. Avevo il modello ideale della bella famiglia ripreso da te e dalla mamma, era tutto quello che volevo.”

In realtà la risposta del padre riesce solo a far crollare un’altra delle sue convinzioni più solide. 

“Questo mi ha fatto disprezzare ancora di più Jonathan, perché mi ricordava me stesso… non sono stato, come si suol dire, un buon marito, Grace.”

Grace è incredula, ha sempre pensato che il loro fosse un amore sincero.

“No, non è vero, non è possibile…” continua a ripetere Grace. Le medesime parole che ripeteva ogni volta che una nuova accusa di omicidio o un nuovo indizio la portavano a dover dubitare dell’innocenza del marito.

“Lo so che non è quello che vorresti sentire adesso, ma la sola idea che il tuo modello ideale di matrimonio si basasse su quello di tua madre e tuo padre… tu sei sempre andata a caccia di fantasmi, di convinzioni sbagliate.”

Questa sembra essere la verità culmine dell’intera serie, perché è questa che permetterà a Grace di aprire gli occhi sulla sua intera esistenza, perfino sui ricordi distorti di quando era bambina. È importante parlare, comunicare e permettere ai figli di essere coscienti e consapevoli di quello che è il principio di realtà. Con tatto e delicatezza è sempre importante non essere prevenuti e ritenerli in grado di superare le avversità, in caso contrario sarete voi stessi a renderli incapaci di farlo.

C’è un ultimo aspetto su cui vale la pena soffermarsi. Nella serie tutta l’attenzione si focalizza sulle problematiche di Jonathan, ma siamo sicuri che altri non abbiano contribuito ad amplificarle? C’è da chiedersi perché non sia stato mandato in terapia così come viene chiesto, ad esempio, dalla stessa Grace alla madre di Jonathan, quando questa le racconta che nessun rimorso o senso di colpa si è mai manifestato nel figlio dopo quell’evento così traumatico vissuto in adolescenza. Non è ancora chiaro a tutti che la mancanza stessa di qualsiasi tipo di emozione è il vero sintomo che Jonathan stava manifestando?

Ad ogni modo, nonostante siano innumerevoli gli aspetti che potrebbero risultare incriminanti nei confronti di Jonathant, sono altrettanti gli indagati e i moventi che avrebbero potuto spingere ciascuno di essi, ad essere l’artefice della tragedia.