Treno di notte per Lisbona (titolo originale Night Train to Lisbon, Germania, Svizzera, Portogallo, 2013). Regia: Bille August. Interpreti principali: Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck, Bruno Ganz, Christopher Lee, Lena Olin, Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Marco D’Almeida

L’amicizia è più forte dell’amore? La rivoluzione giustifica la morte di un compagno? Fino a quando si può vivere nel ricordo di un tempo passato? Cosa fa scattare quella scintilla che porta al cambiamento? Il viaggio fisico è sempre anche un viaggio dentro di sé? Esistono film che sanno raccontare una storia con la stessa emozione del libro da cui sono stati tratti? E quali sono le differenze tra libro e film, che ci fanno preferire il primo quasi ogni volta?
Raimund Gregorius, professore di lettere classiche in un liceo di Berna, è un uomo solitario: senza amici, con una moglie che lo ha lasciato per la sua pedanteria, gioca a scacchi da solo: solo l’insegnamento dei classici in un liceo gli fa vivere ancora una quotidianità. Ma in una mattina di pioggia, sulla strada per raggiungere la scuola, salva una ragazza che stava per buttarsi da un ponte. Lei lo segue in classe dove si ferma per qualche minuto mentre lui fa lezione, ma quando smette di piovere si alza e se ne va. Nell’aula rimane il suo impermeabile rosso ancora bagnato di pioggia in una tasca del quale il professore trova un libro, e dentro il libro un biglietto ferroviario per Lisbona. Senza pensarci troppo abbandona la sua classe, lui che non aveva mai saltato un giorno di scuola, e sale sul treno alla volta della capitale portoghese.

Una volta arrivato – senza valigia, senza conoscere la lingua, senza un piano – trova alloggio nella camera di un albergo e, proseguendo la lettura del libro che aveva iniziato in treno, scopre i pensieri di Amadeu de Prado, il suo autore. Nei giorni a seguire lo cercherà nella sua casa, dove la sorella ormai anziana inizialmente non gli parlerà della sua morte; poi nel liceo che ha frequentato da giovane, nei compagni della lotta al regime dittatoriale di Salazar; e in tutti coloro che, proseguendo nella lettura, scopre che lo hanno accompagnato nel cammino. Amadeu, medico durante il regime di Salazar, una notte salvò la vita a un esponente di spicco della polizia segreta noto per la brutalità delle sue azioni e per questo detto “il boia di Lisbona”. Da medico stimato quale era, si trasformò in un traditore della patria: entrare nella resistenza fu il suo modo per espiare il peccato che gli avevano ascritto.
Raimund è un uomo bloccato nel suo mondo. Scopre per caso quello di Amadeu e desidera conoscerlo, toccarlo da vicino, imparare le istruzioni per dare vita alle proprie giornate. Li dividono 31 anni e li allontanano mondi politici e ambienti diversissimi, ma soprattutto le modalità che hanno scelto per colorare la propria esistenza: Raimund legge il mondo attraverso i libri, le loro storie, i classici che lo hanno sempre isolato in una bolla di cultura e saggezza però separata dalla vita reale. Il libro di Amadeu invece è solo un omaggio postumo della sorella che lo ammirava e ne aveva raccolto appunti e pensieri. Amadeu vive senza mediazioni o paure, lo fa intensamente in amore, nella lotta, nei rischi che si assume, pur protetto da una famiglia di alto rango e dalla sua scelta di rispettare il giuramento di Ippocrate. Il professore che lo sta cercando nelle pagine di un libro trovato per caso, invece, ha sempre osservato le esistenze altrui senza davvero toccarle, limitandosi a studiarle e credendo così di averle conosciute davvero.

La rottura degli occhiali e l’acquisto di un paio di lenti nuove, con una montatura più leggera, simboleggiano la possibilità di osservare gli altri con meno filtri, dandosi la possibilità di agire, e quindi di sbagliare. La luce di Lisbona, contrapposta al grigiore piovoso della Svizzera, la nascita di una nuova possibilità. La vita di Amadeu, vissuta nella pienezza di amicizie, amori, passioni condivise, la possibilità di un riscatto forse mai cercato fino a quel momento.
Leggendo il libro e vedendo il film si scoprono due registri narrativi davvero differenti: il primo orientato alla riflessione, all’approfondimento dei pensieri di Amadeu che Raimund cerca di fare propri: il secondo, in un balletto di flash back che tralasciano fatalmente molti personaggi e molti passaggi del romanzo, canalizza nelle azioni del protagonista i suoi tentativi di cambiare la propria vita, cogliendo l’occasione incontrata per caso, una mattina, su un ponte della sua città.