Ispirato ad una storia vera, un cortometraggio di animazione muto in cui trenta musicisti raccontano emozioni, avvenimenti e ricordi.
Startoform è uno studio creativo indipendente fondato da di Helena Hilario e Mario Pece. Una coppia nella vita e nella professione che ha scritto, diretto e prodotto il cortometraggio Umbrella candidato agli Oscar 2021 insieme ai grandi del cinema di animazione quali Disney, Pixar e la nuova Netflix.
Un cortometraggio di animazione muto in cui tutte le emozioni, gli avvenimenti e la memoria sono avvolti da un orchestra di trenta musicisti (http://bit.ly/3uiB0Hw)
Umbrella è ispirato ad una storia vera vissuta nel 2011 dalla famiglia Hilario e desidera tradurla sullo schermo: un lavoro che dura tre anni che ha conquistato anche il Giffoni Film Festival.
Umbrella narra in 7.55’ la vicenda di un ragazzino che vive in una casa famiglia la cui storia personale viene raccontata a metà pellicola. Una bella struttura organizzata in cui tutto funziona anche il supporto del volontariato. In un giorno di pioggia, riparate da un ombrello giallo, una mamma con la sua bambina, portano giocattoli da donare agli orfani. Alla finestra Joseph che guarda alla finestra e disegna sul vetro due figure che si tengono la mano. Indossa una sciarpa gialla. La musica interpreta la solitudine e la nostalgia per ciò che è stato e non può più essere.
La vista di un ombrello giallo accende il ragazzino. Occhi sgranati, sguardo fisso, bocca semiaperta, immobilità improvvisa, veloce inspirazione: è lo stupore.
È sulla sensazione dello stupore, che si snodano tutte le emozioni di Umbrella. È nello stupore, che ha le sue radici nell’aspettativa, l’attesa di un evento generante il cambiamento. Anche la scelta del colore, giallo, potrebbe rimandare a questi sentimenti: risoluzioni di conflitti interni e prospettive futuribili.
La sciarpa indossata dal ragazzino per tutto il cortometraggio, simboleggia un legame e la continuità, l’ombrello il riparo e la protezione.
Sono due oggetti che danno valore ai giorni del ragazzino per tutta la durata del cortometraggio che narra la sua vita fino all’età adulta: il ricordo dei giorni trascorsi con il papà che viene evocato da una bambina e restituito attraverso il dono dell’Umbrella. Non viene restituito niente di concreto rispetto alla mancanza, ma ne colma l’aspettativa con la speranza. Un regalo che li unirà fino alla loro vecchiaia.
Umbrella attraverso lo stupore si fa metafora circa l’importanza e l’attenzione ai gesti, Umbrella accende l’intelligenza dei sentimenti: quelli che legano, quelli che proseguono, quelli che riparano quelli che proteggono.
Quei sentimenti che si espandono con le emozioni forti, improvvise, inaspettate, immediate, repentine: come quando sei colpito da un temporale e ti devi riparare. Con un Umbrella. Giallo.
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