“Tu lo sai cosa significa perdonare? E’ quando prendiamo la decisione di liberare una persona dai sentimenti di rabbia che abbiamo contro di lei”
Un film potente e commovente sulla gentilezza ed il perdono, una piccola favola di dita legate in un gesto di amicizia.
LA TRAMA
Basato sull’amicizia tra Fred Rogers e il giornalista Tom Junod, e ispirata da un articolo su Rogers che Junod ha scritto per Esquire nel 1998 intitolato “Can You Say Hero?”.
Nella versione cinematografica troviamo il giornalista investigativo, Lloyd Vogel che riceve l’incarico di intervistare l’intrattenitore televisivo per bambini Fred Rogers.
Nel suo spettacolo “Mr. Roger’s Neighborhood”, Fred insegna ai bambini che ci possono essere modi positivi per affrontare i loro sentimenti. Trattando temi impegnativi tra cui morte, divorzio e guerra cerca di normalizzare questi eventi offrendo ai bambini degli strumenti per affrontare queste difficoltà.
Sebbene mostri che uomo gentile fosse Fred, fa di tutto per dire che non era perfetto. La signora Rogers condivide che suo marito ha avuto problemi con la rabbia e che uno dei modi in cui l’ha affrontata è stato leggere la Scrittura, pregare per le persone specificatamente per nome, nuotare, suonare il pianoforte e scrivere lettere alle persone.
L’incarico si trasformerà in qualcosa di più poiché Rogers si interessa personalmente a Vogel e alla sua famiglia. Porterà forza e calore alla vita pessimistica di Lloyd, e mentre Rogers è ciò che ispira Vogel a cambiare, sono Andrea e il loro bambino la sua vera motivazione.
GESTIRE LA RABBIA
Lloyd è un personaggio complesso, con una storia di abbandoni: la madre è morta per malattia quando era giovane ed il padre ha lasciato lui e la sorella appena scoperta la malattia della moglie.
Incontriamo il padre – Jerry – al matrimonio della sorella e in un primo momento appare come il padre assente con problemi di alcool.
Rogers percepisce rapidamente la fragilità della vita di Lloyd e lo incoraggia ad affrontare la sua rabbia repressa che lo ha tormentato per gran parte della sua vita. Come un abile psicoterapeuta incoraggia Lloyd a “sentire i suoi sentimenti”.
Spesso si sfugge dai sentimenti dolorosi, ma come dice Fred “non esiste una vita normale che sia priva di sofferenza”. Tutti i sentimenti, anche quelli dolorosi, devono essere riconosciuti e accettati per essere adeguatamente gestiti.

Lo psichiatra Irvin Yalom vede il paziente ed il terapeuta come “compagni di viaggio” ed è quello che succede ai due protagonisti. Rogers non pretende di avere le risposte ai problemi di Lloyd, ma dimostra costantemente di sapere quanto sia difficile affrontare il dolore emotivo. E’ disposto però ad accompagnarlo nel suo difficile viaggio.
La sua disponibilità a stare con compassione con qualcuno che soffre, nonostante le sue resistenze, si dimostra la ricetta necessaria per aiutare Lloyd a poter affrontare le sue dolorose esperienze infantili.
LASCIAR ANDARE E PERDONARE
“So che credi di doverlo fare per me, aggrapparti a questa rabbia…io non ne ho bisogno”
La scena in cui in sogno la madre pronuncia questa frase è molto potente ed è come se desse la sua autorizzazione al figlio Lloyd di poter elaborare la sua morte e finalmente poter perdonare il padre.

Non si è mai troppo grandi per diventare una persona migliore. Lloyd cambia, suo padre cambia, e anche Rogers continua a imparare e crescere.
“Sapete la morte è una cosa di cui molti di noi trovano assai sgradevole parlare, morire è un fatto umano. Tutto quello che è umano è nominabile e tutto ciò che è nominabile si può gestire”
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