Un couple di Frederick Wiseman, in concorso a #Venezia79

Un couple di Frederick Wiseman, in concorso a #Venezia79, mette a nudo le dinamiche più intime del matrimonio di Sòf’ja e Leo Tolstoj, un rapporto durato una vita, complicato e forte, di cui molto sappiamo grazie ai diari e alle lettere che si scrivevano i due coniugi su cui è basata la sceneggiatura del film.

Il lungometraggio ha però solo la moglie come unica protagonista; una scelta che simbolicamente ci parla della profonda solitudine vissuta dalla donna, che ci invade e pervade in ogni singolo fotogramma.  

Per tutta la durata del film (poco più di un’ora) la vediamo intenta in un monologo profondo, intenso e introspettivo con cui esprime le contrastanti emozioni di tutta una vita: le fatiche, i dolori ma anche l’amore e la passione di un rapporto denso di sentimenti contraddittori e struggenti. 

Le immagini, bellissime ed evocative, dell’isola di Belle Île fanno da contrappunto alle parole di Sòf’ja, rendendo ancora più visibili gli stati d’animo, mutevoli e variegati, che lei stessa ci racconta: momenti di onde impetuose, sollievo di un vento leggero, colori di un soleggiato giardino primaverile, maestose ma aride scogliere.

Anche se potrebbe risultare non facile la narrazione che ha scelto il regista per farci entrare in un rapporto così complesso, il film riesce a mettere a nudo il mondo interno di Sòf’ja, i suoi desideri, la sua forza e i suoi combattimenti, ed a suscitare quell’empatia che si prova di fronte ad una donna ferita, tormentata e a tratti disperata che si nutre di una relazione che oggi potremmo definire “tossica” e disfunzionale.