Che si avverino i loro desideri, che possano crederci, e che possano ridere delle loro passioni. Infatti ciò che chiamiamo passione in realtà non è energia spirituale, ma solo attrito tra l’animo e il mondo esterno. E soprattutto che possano credere in se stessi… e che diventino indifesi come bambini, perché la debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l’uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l’albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagni della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell’esistenza, ciò che si è irrigidito non vincerà. (lo Stalker)
Immaginate di trovarvi all’interno di un luogo magico nel quale potete chiedere di realizzare un vostro desiderio, cosa chiedereste concretamente? Quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi di un simile luogo? Vi propongo una riflessione psicologica che ci mette in contatto direttamente con l’idea stessa di felicità.
Per descrive il percorso che potrebbe portarci dentro questa realizzazione ho utilizzato un film straordinario di Andrej Tarkovskij “Stalker” (1979). Il film è liberamente tratto dal romanzo di fantascienza: “Picnic sul ciglio della strata” dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij (1971)
Articolerò la recensione su 4 punti, quattro livelli che ci aiuteranno a capire se di fronte alla soglia di un luogo così magico, alla fine decidiamo di entrare oppure no, decidiamo di chiedere qualcosa che possa renderci felici, oppure ne avremo timore…
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