In molti credono che biologicamente o si è uomo o si è donna,
ma in realtà è molto più complicato.
– Emily Quinn
XXY – Uomini, donne, o tutti e due? (Argentina, Spagna, Francia, 2007). Regia: Lucia Puenzo. Interpreti principali: Inès Efron, Ricardo Darín, Valeria Bertuccelli, Germán Palacios, Carolina Pelereti, Martín Piroyansky
Le categorizzazioni fanno parte della nostra modalità per osservare il mondo, renderlo più semplice e leggibile. Ci aiutano a stare di qua o di là, ci dicono a quale gruppo apparteniamo, ci spiegano come dobbiamo sentirci. Perfino il latino, al quale ci rivolgiamo per autorevoli indicazioni, ce lo conferma, ricordandoci che “tertium non datur”.
Eppure Alex appartiene a un terzo genere, né maschile né femminile. Adolescente androgina, dal corpo sottile come un giunco e con un seno appena accennato, albergano in lei sia caratteri sessuali maschili che femminili. Per la scienza, le persone in questa condizione ammontano a poco meno del 2 per cento della popolazione mondiale: una percentuale simile a quella di chi ha i capelli rossi dispersa in un grande numero di varianti, da quelle più evidenti a quelle invisibili ad occhio nudo.
Lei vorrebbe stare ferma mentre il mondo va: ha 15 anni, ma nella casa dove vive con i genitori arriva ospite una coppia di amici con un figlio adolescente, Alvaro: insieme a lui, nel giro di pochi giorni, inizierà a sperimentare nuove pulsioni e affrontare turbamenti che ancora non conosceva.

Fino a questo momento i genitori l’avevano protetta, facendo ciò che credevano fosse il meglio per lei: trasferendosi dall’Argentina a un villaggio sull’oceano in Uruguay, dove il padre lavora come biologo marino; e sottoponendola a una cura ormonale per evitare che il suo corpo si virilizzasse troppo. Il padre di Alvaro è un noto chirurgo plastico, e la sua presenza potrebbe essere spiegata dal bisogno di arrivare a una scelta, di intervenire sul corpo di Alex per normalizzarlo, renderlo simile a quello delle ragazze della sua età.
Autorevoli critici hanno etichettato Alex come un “caso clinico”: dal nostro punto di vista il centro della storia è invece un altro, il dilemma che i protagonisti si trovano ad affrontare.
Qual è la scelta migliore per Alex? Rimanere ciò che è, accettando le difficoltà che invariabilmente incontrerà lungo il cammino? Oppure rientrare in una scatola, una categoria, un confine, diventando in questo modo come tutti gli altri? E chi deve prendere questa decisione, e per il bene di chi?
E’ giusto intervenire su ciò che la natura ha creato per aderire a un modello culturalmente (socialmente, antropologicamente) condiviso? Per far rientrare una persona in una categoria che non “disturbi” per il suo essere minoritaria e quindi eccentrica?

Non crediamo che Lucia Puenzo volesse spingersi fino a questo punto ma semplicemente raccontare, con delicatezza e rispetto, la parabola di un essere umano durante il suo transito in una terra incognita. Così la scoperta di Alex del suo essere, anche, un corpo in relazione, e non più celata agli occhi del mondo, passa attraverso l’accoglienza del suo desiderio da parte di Alvaro e da una doccia insieme a un’amica. Il chirurgo teme per la scarsa virilità del figlio, il padre di Alex non sa quale sia il modo migliore per amarla. Le madri, meno propense al giudizio e più aperte all’ascolto, forse, sanno già cosa sia meglio per Alex. I ragazzi del paese, che hanno sentito qualche voce, vogliono vederla nuda per scoprire se è una freak, un capriccio della natura. Anche questa una categoria, minoritaria certamente, ma sempre un gruppo in cui inserirla e darle riconoscibilità espressa.
Alex attraverserà tutto questo e sarà pronta per affrontare il mondo: quale potrà essere il suo incedere, se a testa alta o intriso di vergogna, se rinunciando a una parte di sé o accettandosi pienamente, sarà solo lei a deciderlo.
P. S. In questo TED Emily Quinn, una persona con caratteri intersessuali, racconta se stessa. Al di là della creazione artistica, per capire, per conoscere, per provare a comprendere davvero: https://www.ted.com/talks/emily_quinn_the_way_we_think_about_biological_sex_is_wrong#t-46755
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